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  • Venerdì 26 novembre 2021

L’uomo condannato per lo stupro di Alice Sebold è stato scagionato

In parte per i dubbi dell'ex produttore esecutivo di un film tratto da "Lucky", il memoir della scrittrice che racconta la vicenda

Anthony Broadwater in mezzo ai suoi avvocati, David Hammond e Melissa Swartz (Canale YouTube di Syracuse.com)
Anthony Broadwater in mezzo ai suoi avvocati, David Hammond e Melissa Swartz (Canale YouTube di Syracuse.com)

Lunedì un giudice dello stato di New York ha scagionato Anthony J. Broadwater, un uomo afroamericano di 61 anni che nel 1982 era stato condannato per stupro a 16 anni di carcere. La revisione della sua condanna è arrivata grazie ai dubbi di un produttore cinematografico, Timothy Mucciante, che stava lavorando all’adattamento di Lucky, un libro autobiografico sullo stupro in questione: quello subìto dalla scrittrice Alice Sebold, autrice del bestseller Amabili resti.

Nel 1980 Sebold aveva 18 anni e frequentava l’università a Syracuse, una città a nord di New York. Fu aggredita e stuprata da uno sconosciuto in un parco pubblico: denunciò immediatamente il fatto e cinque mesi dopo identificò il suo stupratore in un uomo afroamericano visto per strada. L’uomo non fu arrestato immediatamente, ma successivamente la polizia concluse che doveva trattarsi di Anthony Broadwater, che all’epoca aveva 20 anni. Durante il processo Sebold affermò che era stato lui a stuprarla e Broadwater fu condannato al massimo della pena, come lei aveva chiesto.

Negli anni Novanta Sebold raccontò la storia dello stupro e quella del processo nel memoir Lucky, il suo primo libro (il Post ne aveva pubblicato un estratto nel 2017, in occasione di una nuova edizione italiana), in cui Broadwater è chiamato Gregory Madison. Il titolo, che significa “Fortunata”, è legato alle circostanze grazie a cui, a differenza di tanti altri stupri, quello subìto da Sebold fu oggetto di indagini e arrivò a un processo, che la scrittrice visse come un momento molto importante. Come spiegò lei stessa nell’introduzione all’edizione del 2017:

Il mio stupratore era povero, nero e poco istruito e veniva da una famiglia con una lunga storia criminale. Io ero una ragazza bianca della classe media che frequentava un’università costosa […]. Il fatto che gli esami medici avessero dimostrato che prima della violenza ero vergine e che il mio corpo presentasse segni evidenti di percosse fu molto utile quando si trattò di presentare la mia vicenda come un evidente caso di stupro agli occhi del sistema giudiziario […]. Prendete lo stesso identico caso e provate a invertire i ruoli. Esempio: lo stupratore è un professionista bianco appartenente alla classe media o alta e proviene da una famiglia rispettabile. Violenta una prostituta filippina transessuale in una camera d’albergo. Il delitto è esattamente lo stesso, ma le possibilità che l’imputato venga condannato? Nemmeno lontanamente paragonabili.

Lo stesso libro tuttavia è all’origine della revisione della condanna di Broadwater.

Lucky ebbe molto successo già all’epoca della pubblicazione, nel 1999 (vendette più di un milione di copie negli Stati Uniti), ed è di nuovo stato letto da molte persone negli ultimi anni, grazie alla maggiore attenzione al tema degli abusi sessuali subiti dalle donne dovuta al movimento #MeToo. Nel 2019 fu annunciato che ne sarebbe stato tratto un film e il ruolo di produttore esecutivo fu affidato a Timothy Mucciante. Mucciante cominciò ad avere dei dubbi sulla colpevolezza di Broadwater leggendo la prima versione della sceneggiatura, dato che si distanziava dal libro: «Decisi di cercare di capire cos’era davvero successo», ha detto ad Associated Press. Non dubitava del fatto che Sebold fosse stata stuprata e del suo racconto sullo stupro, ma trovava che ci fossero cose che non tornavano nell’indagine successiva e nel processo.

In Lucky Sebold racconta che l’uomo che riconobbe come il proprio stupratore stava parlando per strada con un poliziotto con i capelli rossi, quando lo vide. Capire chi fosse il poliziotto non fu difficile e questi disse che l’uomo in questione era Gregory Madison, cioè Anthony Broadwater. Sebold fu poi sottoposta alla procedura nota come confronto all’americana: potè osservare, non vista, Broadwater e altri uomini afroamericani, per confermare il riconoscimento. Il problema e la fonte dei dubbi di Mucciante arriva a questo punto: Sebold individuò come suo stupratore la persona accanto a Broadwater, ma poi, molto convinta della prima impressione avuta per strada e rassicurata dagli inquirenti, identificò Broadwater in tribunale.

A giugno Mucciante rinunciò al suo ruolo nella realizzazione del film, perché per via del suo scetticismo non approvava il modo in cui era stata scritta la sceneggiatura, e assunse un investigatore privato per rivedere i dettagli sul caso. Poi fece avere agli avvocati David Hammond e Melissa Swartz i risultati di quest’indagine, convinto dell’innocenza di Broadwater.

La richiesta di revisione del caso portata avanti da Hammond e Swartz era basata sul fatto che le uniche prove a carico di Broadwater erano la testimonianza di Sebold e i risultati di un’analisi dei peli pubici, che però fu realizzata con un metodo che oggi è stato screditato dal dipartimento di Giustizia americano. Secondo i due avvocati inoltre la procuratrice si comportò in modo scorretto quando disse a Sebold che durante il confronto all’americana l’uomo a fianco di Broadwater era un suo amico, che lui aveva scelto per accompagnarlo al confronto dato che gli somigliava molto: è raccontato anche in Lucky, ma è falso, cioè la procuratrice mentì.

William Fitzpatrick, attuale procuratore della contea di Onondaga, in cui si trova Syracuse, si era unito alla richiesta di revisione insieme agli avvocati di Broadwater. Ha riconosciuto che contro di lui fu commessa un’ingiustizia e prima della sentenza che lo ha scagionato ha detto: «Non infangherò questa occasione dicendo “Mi dispiace”: non è abbastanza. Tutto ciò non sarebbe mai dovuto succedere». Fitzpatrick ha anche notato che le identificazioni di persone sconosciute sono spesso poco affidabili, specialmente quando il testimone appartiene a un gruppo etnico diverso da quello dell’indagato.

Broadwater aveva sempre dichiarato la propria innocenza, e dopo aver scontato la sua pena in carcere aveva cercato in vari modi di essere scagionato: il fatto che il suo nome fosse presente nel registro nazionale dei criminali sessuali lo ostacolava molto nella ricerca di lavoro, e non solo. Parlando con NBC News ha raccontato: «Posso contare sulle dita le persone che mi hanno accolto in casa quando sono uscito dal carcere». Nonostante sia riuscito a formare una famiglia – è sposato con una donna che lo ha sempre creduto innocente – rinunciò ad avere figli perché non voleva imporre ad altre persone lo stigma sociale dovuto alla condanna per stupro. Ora il suo nome è stato rimosso dal registro dei criminali sessuali.

Sebold finora non ha commentato pubblicamente il fatto che Broadwater sia stato scagionato. Gli avvocati dell’uomo hanno sottolineato che «nessuno ha messo in discussione che Sebold fu stuprata: lo fu senza dubbio». Parlando di lei invece Broadwater ha detto: «Spero che si faccia avanti per dirmi “Ehi, ho fatto un grosso errore” e si scusi. Provo empatia per ciò che le è successo, ma si è sbagliata».

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