Alle presidenziali in Cile si andrà al ballottaggio tra un candidato di estrema destra e un ex leader studentesco di sinistra

Il candidato presidente del Cile José Antonio Kast, di estrema destra (AP Photo/Esteban Felix)
Il candidato presidente del Cile José Antonio Kast, di estrema destra (AP Photo/Esteban Felix)

Come previsto, domenica José Antonio Kast, il candidato di estrema destra alle importanti e divisive elezioni presidenziali del Cile, ha vinto il primo turno di votazioni, ma senza i voti sufficienti per essere eletto. Il risultato è considerato praticamente certo: è stato scrutinato circa il 97 per cento dei voti e Kast è in vantaggio rispetto al rivale Gabriel Boric, candidato della coalizione di sinistra (Kast ha ottenuto quasi il 28 per cento dei voti, Boric circa il 25 per cento). Nessuno dei due candidati ha ottenuto la maggioranza assoluta, quindi il 19 dicembre ci sarà il ballottaggio.

Kast fa parte del Partito Repubblicano e, tra le altre cose, è un sostenitore dell’ex dittatore cileno Augusto Pinochet, è omofobo e ha posizioni molto dure nei confronti dell’immigrazione. Il suo approccio populista è stato paragonato a quello del presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Boric invece è un ex leader studentesco che è stato eletto per due mandati alla Camera.

Secondo i sondaggi, Boric ha più possibilità di radunare una coalizione ampia e di vincere al ballottaggio.

Dei sette candidati che si sono presentati alle elezioni, i due che andranno al ballottaggio rappresentano la forte polarizzazione politica al centro delle elezioni di domenica, arrivate dopo due anni di forti tensioni. Ci sono state grandi proteste, represse con violenza, contro le forti e marcate disuguaglianze economiche e sociali presenti in Cile.

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