La presidenza del Consiglio e il ministero delle Infrastrutture si costituiranno parte civile nel processo sul crollo del ponte Morandi

Il ponte Morandi, dopo il crollo del 14 agosto 2018 (ANSA/LUCA ZENNARO)
Il ponte Morandi, dopo il crollo del 14 agosto 2018 (ANSA/LUCA ZENNARO)

La presidenza del Consiglio e il ministero delle Infrastrutture si costituiranno parte civile nel processo sul crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto del 2018 e in cui morirono 43 persone. È stato annunciato venerdì nel corso della prima udienza preliminare, in cui si deve decidere se rinviare a giudizio le 59 persone imputate, tra cui Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, società che era concessionaria del tratto stradale dove si trovava il ponte.

L’udienza è stata però rinviata al 27 ottobre dopo che gli avvocati di Castellucci e di altri cinque imputati avevano presentato un’istanza di ricusazione del gup (giudice per l’udienza preliminare) Paolo Faggioni. Gli avvocati hanno chiesto di sostituire Faggioni perché aveva già giudicato gli imputati in un altro processo, firmando come gip (giudice delle indagini preliminari) l’ordinanza di misure cautelari nei confronti di Castellucci e di altri indagati nell’ambito di un’inchiesta parallela sull’installazione di pannelli fonoassorbenti non a norma. Sulla ricusazione di Faggioni dovrà pronunciarsi la Corte d’Appello nei prossimi giorni.