Il Nobel per l’Economia a David Card, Joshua D. Angrist e Guido W. Imbens

Per i loro studi sull'economia del lavoro e le analisi sulle relazioni causali

Il Nobel per l’Economia 2021 è stato assegnato a David Card, Joshua D. Angrist e Guido W. Imbens. A Card «per i suoi contributi empirici sull’economia del lavoro», mentre ad Angrist e Imbens «per i loro contributi metodologici all’analisi delle relazioni causali».

I tre premiati hanno mostrato che un particolare tipo di esperimenti empirici può essere utilizzato per dare risposta a molte domande sulla società, per esempio per verificare come salario minimo e occupazione influiscano sul mercato del lavoro. Con i loro studi hanno inoltre mostrato quali conclusioni su causa ed effetto si possano trarre tramite approcci di ricerca empirici. Il loro contribuito in questo senso è stato fondamentale per l’avanzamento delle scienze economiche.

Per prendere buone decisioni è importante comprendere quali possano essere le conseguenze delle nostre scelte. Il problema è che trovare chiare risposte sul rapporto causa/effetto non è sempre semplice, perché non possiamo sapere che cosa sarebbe potuto accadere se avessimo fatto una scelta diversa.

Negli esperimenti controllati (“randomizzati”) i soggetti coinvolti sono assegnati a caso a diversi gruppi che possono poi essere confrontati tra loro. È una soluzione impiegata ampiamente in medicina, ma è più difficile da applicare in ambiti come le scienze sociali.

I Nobel per l’Economia di quest’anno hanno dimostrato che molte domande legate alla società possono trovare risposta tramite gli “esperimenti naturali”, cioè studi empirici basati sull’osservazione di ciò che accade nella vita reale. A partire dagli anni Novanta, Card applicò questo sistema per analizzare alcuni aspetti del mercato del lavoro, che consentirono di chiarire varie dinamiche economiche e sociali, spesso andando contro le conoscenze acquisite su queste tematiche.

Mentre in un esperimento controllato come un test clinico i ricercatori hanno il controllo su chi riceve un trattamento e chi no, in un esperimento naturale i partecipanti possono in un certo senso scegliere se ricevere o meno il trattamento finendo quindi in un gruppo o in un altro. In queste condizioni è molto più difficile interpretare i risultati. Angrist e Imbens a metà anni Novanta mostrarono quali conclusioni si possono trarre dagli esperimenti naturali, nei quali le persone non possono essere obbligate a partecipare all’iniziativa oggetto di studio.

Istruzione e stipendi
Per farsi meglio un’idea di un esperimento naturale può essere utile un esempio pratico. Sapere quanto si potrà guadagnare di più a seconda di quanto a lungo si studierà è una necessità sia della società sia dei singoli individui. Si potrebbe rispondere analizzando i dati su quanto guadagnino le persone in rapporto al loro livello di istruzione. Il risultato che si ottiene è più o meno sempre lo stesso: le persone con più anni d’istruzione hanno stipendi più alti.

Si può quindi dire che un anno di istruzione in più renda più alto il proprio stipendio di una certa percentuale? La risposta è no, perché ci sono molte altre variabili e differenze tra le persone che decidono di studiare per più anni rispetto agli altri. Alcune persone possono essere molto abili sia nello studio sia nel lavoro: se da un lato è più probabile che continuino a studiare, dall’altro possiamo dire che avrebbero comunque ottenuto stipendi più alti della media anche se non lo avessero fatto, grazie alle loro abilità. È inoltre ipotizzabile che solo le persone che pensano che una maggiore istruzione si traduca in maggiori opportunità decidano di studiare più a lungo.

Problemi simili nello stabilire eventuali nessi di causalità, oltre a quelli di correlazione, si possono riscontrare in altri ambiti legati per esempio al rapporto tra l’età e gli stipendi.

Angrist insieme ai propri colleghi dimostrò come si possano utilizzare gli esperimenti naturali per trovare una risposta. Negli Stati Uniti la scuola dell’obbligo dura fino ai 16-17 anni (a seconda degli stati): chi è nato nei primi mesi dell’anno può abbandonare la scuola prima di chi è nato negli ultimi mesi dello stesso anno. Mettendo a confronto questi due gruppi di persone, Angrist (insieme a Alan Krueger, morto nel 2019 e quindi non premiato oggi) notò che in effetti i nati nella prima parte dell’anno avevano abbandonato prima gli studi e guadagnavano in media di meno.

Poiché la data di nascita di ogni individuo è casuale, i ricercatori utilizzarono questo parametro per stabilire un fattore tra un maggior tasso di istruzione e una maggiore possibilità di avere stipendi superiori alla media. La loro conclusione si rivelò più solida e affidabile rispetto alle analisi che avevano tenuto in considerazione solamente gli anni di studio e l’andamento degli stipendi a seconda dei vari gruppi di persone.

Stipendio minimo e occupazione
Nei primi anni Novanta tra gli economisti era diffuso il parere che alti stipendi minimi portassero a una minore occupazione, perché comportavano maggiori costi per le imprese. Non c’erano però prove molto solide per dimostrare nella pratica questo assunto. Molti studi avevano messo in evidenza una correlazione negativa tra lo stipendio minimo e i livelli di occupazione, ma non era stato dimostrato che alti stipendi minimi favorissero una maggiore disoccupazione.

Card e Krueger utilizzarono un altro esperimento naturale per provare a capirci qualcosa di più, mettendo a confronto l’andamento dell’occupazione in due aree lungo il confine tra il New Jersey, che aveva da poco aumentato lo stipendio minimo, e la Pennsylvania, dove le condizioni lavorative erano rimaste invariate e i cui lavoratori potevano essere considerati alla stregua di un gruppo di controllo. Riscontrarono che l’aumento dello stipendio non aveva avuto effetto sul numero di occupati. Card effettuò negli anni seguenti studi simili, arrivando a conclusioni analoghe. Rispetto agli anni Novanta, grazie ai loro studi e analisi oggi sappiamo che un aumento dello stipendio minimo ha effetti negativi marginali sul mercato del lavoro.

David Card (Uc Berkeley); Joshua D. Angrist (Mit Economics/Wikimedia); Guido W. Imbens (Standord Graduate School of Business)

David Card è nato nel 1956 a Guelph, in Canada, ed è docente di Economia presso l’Università della California, Berkeley.
Joshua D. Angrist è nato nel 1960 a Columbus, in Ohio (Stati Uniti) ed è docente di Economia presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge.
Guido W. Imbens è nato nel 1963 a Eindhoven (Paesi Bassi) ed è docente di Econometria presso la Stanford University negli Stati Uniti.

Il Nobel per l’Economia non è tecnicamente un Nobel come gli altri, ma un premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel.