La scena dell'attentato in via D'Amelio in cui rimase ucciso il magistrato Paolo Borsellino nel 1992 (ANSA/ARCHIVIO)

La Corte di Cassazione ha confermato le condanne del processo “Borsellino quater”

La Corte di Cassazione ha confermato le condanne del processo cosiddetto “Borsellino quater” sulla strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992, in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, e i successivi depistaggi. Sono dunque stati condannati definitivamente all’ergastolo i mafiosi Salvatore Madonia, tra i mandanti della strage, e Vittorio Tutino, tra gli esecutori.

È stata confermata anche la condanna a dieci anni di reclusione di Calogero Pulci per calunnia. Le condanne per calunnia a Francesco Andriotta sono state in parte confermate, in parte prescritte, in parte annullate: nel complesso Andriotta ha ottenuto un piccolo sconto di pena, da 10 anni di reclusione a 9 anni e 6 mesi. Pulci e Andriotta erano due “falsi pentiti” che insieme a Vincenzo Scarantino – l’uomo che nel 1992 mentì sulla sua partecipazione all’organizzazione della strage, e che non era coinvolto in questo grado di giudizio per prescrizione – accusarono dell’attentato persone che non c’entravano nulla per favorire Cosa nostra.

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