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  • Venerdì 1 ottobre 2021

Internazionale farà un nuovo giornale

Si chiamerà l'Essenziale, sarà settimanale, sarà di carta e parlerà dell'Italia: il primo numero esce tra un mese

(AP Photo)
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Ai primi di novembre uscirà il primo numero di un nuovo settimanale di carta, ed è lecito aspettarsi una cosa interessante e speciale, visto che ad averlo pensato e creato è la redazione della rivista Internazionale, ovvero uno dei progetti giornalistici italiani di maggior qualità e innovazione dell’ultimo trentennio. Il nuovo giornale si chiamerà l’Essenziale e sarà un settimanale, pur avendo l’aspetto tipico di un quotidiano. Parlerà di quello che succede in Italia, per completare l’offerta di Internazionale che dal 1993 racconta cosa succede nel resto del mondo pubblicando una selezione di articoli della stampa straniera tradotti. Giovanni De Mauro, 55 anni, direttore di Internazionale, spiega che l’Essenziale sceglierà ogni settimana i fatti più importanti «raccontandoli in modo chiaro, sintetico, verificato e accessibile, senza dare nulla per scontato». 

«La redazione di Internazionale è fatta di giornaliste e giornalisti italiani e sono anni che ragioniamo su come occuparci di quello che succede in Italia, ma finora l’abbiamo sempre fatto all’interno del contenitore di Internazionale», ha detto De Mauro. «Più recentemente abbiamo visto che tutti i progetti esterni a Internazionale, come per esempio Internazionale Kids e Internazionale Storia, sono andati bene e da lì è venuta l’idea di creare un contenitore nuovo».

Il nome è stato scelto perché, dovendo parlare delle notizie di un’intera settimana, la redazione vuole fare una selezione degli argomenti principali. A questi si affiancheranno inchieste e approfondimenti, ma «vogliamo partire leggeri e poi se va bene farlo crescere», ha detto De Mauro. La struttura del giornale di carta non sarà molto diversa da quella di un quotidiano, con sezioni dedicate alla politica, all’economia, alla cronaca e così via. La redazione dell’Essenziale sarà composta da una decina di persone – con la direzione di De Mauro – tutte provenienti dall’esperienza di Internazionale, che continuerà il suo lavoro grazie all’inserimento di nuove persone junior. Anche se cambia l’area geografica di interesse, quindi, il taglio sarà simile a quello di Internazionale, con un approccio sobrio e fattuale, un’intenzione di spiegare le notizie e i loro contesti, la stessa attenzione per le foto e particolare sensibilità ai temi che riguardano le disuguaglianze, il cambiamento climatico, i diritti civili, le culture, i nuovi linguaggi, la scuola e il lavoro, tra gli altri.

«In particolare ci piacerebbe deromanizzare e demilanesizzare, se si può dire così, l’informazione che spesso è molto concentrata sulle città dove si trovano le redazioni dei giornali e molto meno sul resto del territorio», dice De Mauro da Ferrara, dove si svolge questo weekend il tradizionale festival di Internazionale, forse il progetto collaterale di maggior successo creato dalla rivista, che coinvolge ogni anno migliaia di lettori e appassionati delle sue attenzioni per il mondo, soprattutto giovani: «vorremmo costruire una rete di collaboratori e collaboratrici sparsi per l’Italia, che propongano pezzi dalle loro città. Siamo tutti molto informati sulla situazione della spazzatura a Roma, ma io da lettore vorrei sapere anche cosa succede a Taranto, Bolzano e Palermo, per esempio».

La scelta del formato è anomala ma giustificata. Oggi nelle edicole italiane è raro trovare un settimanale di carta che si mostri nel formato familiare di un quotidiano come La Repubblica e Il Corriere della Sera (il cosiddetto formato berlinese): i settimanali a cui siamo abituati hanno quasi tutti quella misura più piccola, rilegate da punti metallici, come Internazionale appunto. In passato però gran parte dei settimanali era così: per esempio, quando nacque, L’Espresso veniva stampato nel cosiddetto formato lenzuolo, il più grande previsto per un giornale. All’estero sono così ancora oggi le edizioni domenicali di alcuni quotidiani, che vengono prodotte da una redazione separata e che sono di fatto dei settimanali, ma con l’aspetto tipico di un quotidiano. In Inghilterra i più noti sono l’Observer o il Sunday Times, ma c’è anche il Journal du dimanche in Francia e negli Stati Uniti la popolare edizione domenicale del New York Times, solo per fare gli esempi più noti.

L’Essenziale avrà il formato di un quotidiano perché questo permette di ritardare l’andata in stampa – il venerdì sera – e uscire in edicola con articoli il più possibile aggiornati il sabato mattina, giorno di uscita scelto. «Una rivista come Internazionale ha bisogno di almeno un giorno lavorativo e mezzo per essere stampata e distribuita: per farlo uscire di venerdì dobbiamo chiudere tutto mercoledì», ha spiegato De Mauro: «ma l’Essenziale vogliamo che sia più fresco possibile». Questo è anche il motivo per cui ci si potrà abbonare all’edizione digitale ma non a quella cartacea, che uscendo di sabato sarebbe recapitata al più presto il lunedì, e che quindi sarà acquistabile solo in edicola.

L’edizione digitale sarà costituita dal PDF sfogliabile dell’edizione cartacea, e per il momento non è previsto un sito. «Sappiamo che è un’anomalia rispetto alle nuove imprese giornalistiche di questi anni, ma noi puntiamo molto sulla carta e faremo un lancio vecchio stile» ha detto De Mauro. Il progetto grafico dell’Essenziale è stato realizzato dal designer britannico Mark Porter, lo stesso che ha fatto Internazionale e che nel 2006 ha ridisegnato il Guardian, uno dei giornali più ammirati al mondo da questo punto di vista. Ancora non è stato definito un numero esatto di pagine né il prezzo – l’uscita è prevista tra un mese – ma quest’ultimo si aggirerà probabilmente attorno ai due o tre euro (Internazionale ne costa 4). De Mauro dice di volerlo tenere più basso possibile «per raggiungere un grande numero di persone tra cui studenti, giovani e persone con poche disponibilità economiche, rientrando naturalmente dei costi della produzione».

Sull’Essenziale ci saranno degli spazi dedicati alle inserzioni pubblicitarie, ma non ci si aspetta che questa diventi la fonte di ricavo principale. Oggi circa l’85 per cento dei ricavi di Internazionale arriva dalla carta, cioè dalle riviste vendute in edicola e dagli abbonamenti, e solo il restante 15 per cento viene dalla pubblicità. I risultati di Internazionale e dei suoi supplementi, dice De Mauro, mostrano che ci sia ancora una domanda interessante per la lettura di carta: «Io credo che rispetto alla carta abbiamo preso un abbaglio e non è vero che è una cosa vecchia, superata o morta» ha continuato: «È vero che molti giornali hanno dovuto adattarsi al fatto che i numeri che facevano una volta non li fanno e non li faranno probabilmente mai più, ma per progetti più piccoli come il nostro è molto diverso. Non abbiamo mai venduto tanti numeri di Internazionale come nell’ultimo anno. Io mi sono attenuto alla nostra esperienza e ai nostri dati e non ho avuto dubbi sul fatto che se volevamo fare un nuovo giornale dovevamo farlo di carta».