Matteo Salvini ha detto una cosa falsa sui vaccini

«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax”

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Venerdì mattina il leader della Lega Matteo Salvini è stato ospite della trasmissione di La7 “L’aria che tira”. Intervistato dalla conduttrice Myrta Merlino, Salvini si è dilungato molto sui temi riguardanti l’estensione del Green Pass nei luoghi di lavoro e la campagna vaccinale contro il coronavirus, dicendo una serie di cose false o imprecise, tra cui il fatto che i tamponi sarebbero «il metodo più sicuro per individuare il negativo e il positivo, più ancora del Green Pass». Poi, parlando del vaccino, ha detto:

Facciamo informazione corretta? Le varianti nascono come reazione al vaccino. È il mestiere del vaccino. Se io provo ad ammazzare il virus, il virus cerca di sopravvivere variando, mutando, reagendo al vaccino.

Quella del collegamento causale tra campagna vaccinale e diffusione delle varianti è un’informazione falsa che circola da tempo tra le persone scettiche nei confronti del vaccino e tra i cosiddetti “no vax”, ma che è stata smentita dagli esperti.

Come aveva fatto notare lo scorso luglio la Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, gran parte delle varianti conosciute si sono infatti sviluppate ben prima che iniziassero le prime vaccinazioni nel mondo. «La variante alfa è emersa in Inghilterra a settembre 2020, ben prima che i vaccini anti Sars-CoV-2 venissero autorizzati. Le varianti beta e gamma, che si sono selezionate in Sudafrica e Brasile a fine 2020, quando il virus circolava in maniera estesa in una popolazione non vaccinata» mentre la variante delta ha iniziato a diffondersi nella primavera del 2021 in India, «su una popolazione vaccinata per non più del 3%».

Le dichiarazioni di Salvini hanno provocato le smentite di molti virologi, che hanno spiegato che le varianti nascono – in modo casuale – dalla circolazione del virus: più il virus infetta le persone, più si diffonde e aumenta la probabilità che cambi; i soggetti vaccinati limitano la circolazione del virus, e di conseguenza la probabilità che si affermino nuove varianti.