Sono state raggiunte le 500mila firme necessarie per indire un referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia

Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni, promotrice del referendum sulla legalizzazione dell'eutanasia 
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni, promotrice del referendum sulla legalizzazione dell'eutanasia (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

È stata raggiunta la quota minima necessaria di 500mila firme per indire un referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia in Italia. Lo ha annunciato l’Associazione Luca Coscioni, che è stata la promotrice della campagna. In tutto finora sono state raccolte 430mila firme ai banchetti allestiti nelle città, oltre 70mila online, e un numero ancora imprecisato negli uffici comunali.

La campagna era iniziata il 1º luglio e le 500mila firme necessarie per indire il referendum andavano raccolte entro il 30 settembre. L’associazione ha detto che entro questa data continuerà la campagna per raccogliere almeno 750mila firme, «in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli». Le firme andranno poi presentate alla Corte di Cassazione, e se questa ritenesse il quesito del referendum legittimo il voto si terrebbe nel 2022.

La raccolta firme propone un referendum abrogativo di una parte dell’articolo 579 del codice penale, quello che punisce l’omicidio del consenziente: in questo modo sarebbe permessa l’eutanasia attiva, che avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire, e che al momento è illegale in Italia. Sono invece considerate lecite forme di eutanasia passiva, praticata astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente, soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il cosiddetto “accanimento terapeutico”.