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  • Domenica 15 agosto 2021

I talebani hanno preso Kabul

Controllano vari quartieri e il palazzo presidenziale, dove alcuni leader sono stati intervistati da al Jazeera: nel frattempo il presidente Ashraf Ghani ha lasciato il paese

I miliziani del gruppo radicale islamista dei talebani stanno prendendo il controllo di Kabul, capitale dell’Afghanistan e ultima grande città del paese, che fino a domenica mattina era rimasta sotto il controllo del governo afghano. Domenica sera un portavoce dei talebani ha fatto sapere che al momento il gruppo controlla una decina di quartieri. La caduta di Kabul era uno sviluppo inatteso fino a pochi giorni fa, quando i talebani hanno iniziato un’offensiva militare senza precedenti per riconquistare l’intero territorio dell’Afghanistan cacciando il governo in carica.

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha lasciato il paese dopo che nella giornata di domenica aveva cercato di negoziare una pacifica transizione di poteri e la formazione di un governo di transizione. Non è chiaro se la sua amministrazione controlli ancora alcune parti del paese. In serata, Ghani ha spiegato sulla propria pagina Facebook di avere lasciato il paese «per evitare un massacro», aggiungendo che se fosse rimasto a difendere la città i talebani avrebbero cercato di prenderla con la forza.

I talebani erano arrivati alla periferia di Kabul nelle prime ore di domenica. Dopo alcune ore di attesa, domenica sera hanno fatto sapere di essere entrati in città per motivi di ordine pubblico dopo la fuga delle forze di sicurezza governative. Poche ore dopo l’ingresso nella città hanno preso il controllo del palazzo presidenziale, che fino a stamattina ospitava la sede dell’amministrazione Ghani. La tv Al Jazeera ha trasmesso in diretta una conversazione con alcuni leader talebani dal palazzo presidenziale.

La situazione in Afghanistan è precipitata in maniera molto più rapida di quanto si aspettassero gli analisti. Dopo l’inizio del ritiro degli Stati Uniti dal paese, in poco più di tre mesi i talebani lo hanno riconquistato quasi completamente, sopraffacendo con stupefacente rapidità l’esercito regolare che dal 2001 era stato finanziato dagli Stati Uniti affinché fosse in grado di controllare il paese in maniera autonoma.

«Gli Stati Uniti hanno ripetutamente sovrastimato le conseguenze degli 83 miliardi di dollari che negli ultimi vent’anni sono stati spesi per equipaggiare ed addestrare le forze di sicurezza afghane», ha scritto domenica il New York Times, aggiungendo che molti membri dell’amministrazione statunitense di Joe Biden sono rimasti «stupiti» per la rapidità con cui i talebani hanno sconfitto militarmente l’esercito regolare afghano.

Ancora sabato si pensava che a Kabul l’esercito del governo centrale avrebbe potuto resistere per alcune settimane, ma la situazione è deteriorata molto rapidamente. Domenica mattina i talebani hanno preso il controllo di Jalalabad, l’ultima grande città oltre la capitale Kabul ad essere rimasta sotto il controllo del governo centrale, e hanno di fatto isolato la capitale da ogni lato rendendo possibile la fuga solo per via aerea.

Dall’aeroporto Hamid Karzai di Kabul, controllato dall’esercito turco, stanno partendo in continuazione i voli per rimpatriare il personale delle ambasciate, i giornalisti e i cittadini afghani che più rischiano rappresaglie da parte dei talebani. Nei quartieri diplomatici, segregati dal resto della città e molto protetti, sono in corso da domenica mattina le operazioni di evacuazione di ambasciate e uffici diplomatici. L’ambasciatore francese, David Martinon, ha twittato un video girato durante la sua evacuazione in elicottero. Nel pomeriggio di domenica gli Stati Uniti hanno fatto sapere di avere sospeso ogni tipo di operazione nella propria ambasciata.

Kabul è una città molto grande, con una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti (nove volte di più di quando era sotto il controllo dei talebani, nel 2001, quando ne aveva circa 500mila). I giornalisti che ancora sono a Kabul domenica raccontavano di una situazione fuori controllo, con blackout continui e notizie incontrollate su quello che stava succedendo.

Yaroslav Trofimov, inviato del Wall Street Journal a Kabul, ha scritto che domenica le strade della città erano intasate di traffico: quello di chi cercava di raggiungere l’aeroporto per scappare e di chi provava a sistemare le ultime cose prima dell’arrivo dei talebani. Ai pochi bancomat ancora in funzione c’erano lunghe file per provare a ritirare denaro.

– Leggi anche: Chi sono i talebani, spiegato

L’offensiva dei talebani per riprendere il controllo dell’Afghanistan era cominciata a inizio luglio, dopo l’avvio del ritiro dell’esercito statunitense dal paese (secondo i piani approvati dal presidente Joe Biden, il ritiro si sarebbe dovuto concludere entro il prossimo 11 settembre). Si pensava che l’esercito e la polizia del governo centrale, per anni sostenuti ed equipaggiati dagli Stati Uniti, avrebbero potuto tenere testa ai talebani, ma in poche settimane è diventato chiaro che le stime erano troppo ottimistiche.

Nell’ultima settimana i talebani hanno conquistato alcune delle città più importanti del paese – tra cui Herat, Kandahar e Ghazni – senza incontrare resistenza o quasi da parte delle forze governative. Anche nelle città maggiormente difese dal governo, esercito e polizia si sono di fatto sgretolati, tra fughe, diserzioni e combattimenti sporadici. Tra sabato e domenica i talebani hanno conquistato Mazar-i-Sharif, ultima grande città del nord controllata dal governo, e a Jalalabad, ha scritto la giornalista Francesca Mannocchi su Repubblica, sembra che l’esercito si sia arreso senza combattere.