I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia

I casi crescono ancora ma più lentamente, e ci sono due regioni che si avvicinano alla zona gialla

Negli ultimi sette giorni in Italia sono stati registrati 43.204 casi di positività al coronavirus, il 10% in più rispetto alla settimana precedente: un aumento molto inferiore a quello che si è registrato a partire dalla prima metà di luglio, quando i casi rilevati erano arrivati a raddoppiare di settimana in settimana. Nonostante il numero di casi relativamente alto, dovuto alla variante delta, i ricoveri nelle terapie intensive rimangono sotto la soglia critica in tutte le regioni, anche se continuano a crescere così come quelli nei reparti ordinari.

I decessi di persone che erano positive al coronavirus sono stati 168, il 33 per cento in più della scorsa settimana, con un aumento leggermente superiore a quello dei sette giorni precedenti: è normale che l'andamento dei decessi cresca e decresca in ritardo di almeno 10-15 giorni rispetto a quello dei casi. I decessi rimangono relativamente molto bassi se confrontati con il numero di casi scoperti: è un effetto della protezione dei vaccini, che si sono dimostrati molto efficaci nel proteggere dalle forme gravi della malattia, e dal fatto che a contagiarsi sono in questa fase in prevalenza persone giovani. Nel suo ultimo rapporto, l'Istituto Superiore di Sanità ha detto che l’età mediana dei positivi è di 26 anni, e nella seconda metà di luglio il 29,8% dei casi totali aveva un’età inferiore a 19 anni, il 60,3% compresa tra 20 e 59 anni e il 9,8% superiore a 60 anni.

Come spiega l'ultima rilevazione dell'ISS, la percentuale di persone vaccinate con il ciclo completo che dopo un'infezione da coronavirus viene ricoverata in terapia intensiva oppure muore è estremamente inferiore rispetto a quella tra le persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose, per i vaccini che ne prevedono due. Questo rapporto cambia significativamente tra le persone oltre gli ottant'anni, dove comunque i decessi e i ricoveri in terapia intensiva rimangono inferiori tra i vaccinati.

La Sicilia sta per oltrepassare la soglia prevista dai nuovi criteri che decidono quando le regioni passano in area gialla, con le conseguenti restrizioni. Non dovrebbe però succedere già la prossima settimana, ma quella dopo ancora, quando potrebbe aggiungersi la Sardegna. Passano in zona gialla le regioni che che superano la soglia di 50 casi ogni 100mila abitanti, e in cui si supera il 10% dei posti letto occupati da malati di COVID-19 nei reparti di terapia intensiva, e il 15% dei posti nei reparti ordinari.

L'incidenza di nuovi casi rilevati più alta negli ultimi sette giorni si è registrata in provincia di Cagliari, dove sono stati 320 ogni 100mila abitanti. Le seguenti province sono siciliane, quella di Caltanissetta con 250 e quella di Ragusa con 213. La quarta per incidenza è invece al Nord, quella di Rimini con 189.

Al momento in Italia quasi 39,2 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 35,1 milioni risultano completamente vaccinate. Si tratta del 64,7 per cento della popolazione vaccinabile, cioè quella sopra i 12 anni. La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.