A Caracas, in Venezuela, sono morte 26 persone in scontri tra la polizia e membri di gruppi criminali

(AP Photo/Ariana Cubillos)
(AP Photo/Ariana Cubillos)

A Caracas, la capitale del Venezuela, almeno 26 persone sono state uccise e 38 ferite in scontri tra la polizia e i membri di alcuni gruppi criminali, dopo che il governo negli scorsi giorni aveva cominciato la prima grande operazione contro la criminalità da diversi anni. Il numero dei morti è stato comunicato sabato dalla ministra venezuelana dell’Interno Carmen Meléndez, secondo cui negli scontri sono stati uccisi almeno 22 membri di gruppi della criminalità organizzata. Sarebbero stati uccisi anche alcuni «civili», cioè privati cittadini non coinvolti nelle attività criminali.

Il governo ha cominciato una grossa operazione di polizia nel quartiere Cota 905, a nord-ovest di Caracas, con l’obiettivo di arrestare i leader dei gruppi criminali che vi operano e di limitarne l’espansione in altre zone della città. Il risultato però è stato uno scontro armato durissimo che, come ha detto un residente del quartiere a BBC, «sembra una guerra». La polizia ha impiegato 800 agenti e mezzi corazzati, e gli scontri sono stati così violenti che molte persone del quartiere sono state costrette a lasciare le loro case.

Il governo dittatoriale di Nicolás Maduro era stato a lungo accusato di trascurare il problema del crimine organizzato in Venezuela e di abbandonare molte zone perfino della capitale Caracas, dove i gruppi criminali erano riusciti a controllare il territorio e i più importanti servizi pubblici erano di fatto negati.