• Cit
  • Venerdì 9 luglio 2021

«Non siamo nati per diventare saggi»

Scrive Emanuele Trevi in "Due vite", libro vincitore del Premio Strega 2021

Un particolare della copertina di "Due vite" di Emanuele Trevi (Neri Pozza), su cui è riprodotta l'opera "Busto di donna" di Kazimir Malevic
Un particolare della copertina di "Due vite" di Emanuele Trevi (Neri Pozza), su cui è riprodotta l'opera "Busto di donna" di Kazimir Malevic

Io non ci credo, non ammetterò mai che un dolore o una malattia servano a qualcosa, è solo una consolazione moralistica, e comunque rinuncerei volentieri a questi famosi frutti della sofferenza. Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.

Emanuele Trevi, Due vite

Nel romanzo vincitore del Premio Strega 2021 Trevi parla di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori e suoi cari amici, morti prima di diventare anziani, a 46 e 60 anni. È anche una riflessione sul lavoro di scrittore e sulla letteratura. Nel passaggio citato, che compare a poche pagine dall’inizio, si parla di Pera nei suoi ultimi anni, quando era malata e «mise in atto dei tali processi di semplificazione e di pulizia interiore, che si sarebbe quasi tentati di dire che le difficoltà della vita rendano le persone migliori e più forti», cosa a cui Trevi non crede.

Due vite è lungo 144 pagine ed è stato molto apprezzato da giornalisti e altri scrittori prima di vincere lo Strega.