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  • Sabato 26 giugno 2021

A Miami Beach proseguono le ricerche

I dispersi continuano a essere 159 e iniziano a circolare le prime ipotesi sulle cause del crollo del palazzo

(AP Photo/ Gerald Herbert)
(AP Photo/ Gerald Herbert)

Ormai da ore proseguono senza sosta le attività di soccorso e sgombero delle macerie del palazzo di 12 piani crollato parzialmente giovedì a Surfside, vicino a Miami Beach, negli Stati Uniti. Venerdì non sono state trovate persone vive sotto le macerie e i dispersi rimangono 159. I morti accertati e confermati al momento sono quattro.

Le operazioni sono state complicate dal fumo degli incendi che divampavano di tanto in tanto dalle macerie, così come dagli occasionali temporali, che hanno limitato la visibilità durante le ricerche. Il New York Times ha raccontato che fino a venerdì i soccorritori hanno usato cani addestrati per rintracciare gli eventuali sopravvissuti, e che diversi familiari e conoscenti si sono riuniti nella zona del crollo per seguire le operazioni di soccorso da vicino. Alcuni di loro hanno appeso le foto delle persone disperse e posato fiori su una recinzione non lontano da dove è crollato il palazzo.

Il crollo è avvenuto attorno alle 2 del mattino di giovedì (le 8 in Italia) a Surfside, un comune che si trova a nord di Miami Beach e che fa parte della contea di Miami-Dade (una delle tre che compongono l’area metropolitana di Miami).

Il palazzo fa parte del complesso residenziale Champlain Towers: fu costruito nel 1981 e ospitava 136 appartamenti. La sindaca della contea di Miami-Dade ha detto che circa la metà dei 136 appartamenti sono stati coinvolti nel crollo. Il palazzo era abitato soprattutto da pensionati e famiglie benestanti.

I funzionari locali hanno promesso di avviare un’indagine al più presto, mentre ingegneri ed esperti hanno detto che al momento non si possono stabilire precisamente i motivi del crollo, anche se è possibile fare qualche ipotesi.

Sabato mattina il New York Times ha diffuso alcuni dati di una perizia eseguita nel 2018 sullo stato del palazzo, durante la quale erano stati osservati sia «importanti danni strutturali» alla lastra di cemento situata sotto la piscina esterna all’edificio, sia «abbondanti» crepe e sgretolamenti nelle colonne, nelle travi e nelle mura del parcheggio sotterraneo.

Nella perizia, utilizzata per mettere a punto un consistente piano di interventi che avrebbe dovuto iniziare a breve, non c’era indicazione di un possibile crollo, ma era stato evidenziato che il palazzo aveva bisogno di manutenzione tempestiva affinché «mantenesse la sua integrità strutturale». Veniva anche detto che i precedenti tentativi di riparare il cemento con una speciale resina epossidica non erano andati a buon fine, e anzi avevano prodotto ancora più crepe e sgretolamenti. Allo stesso tempo, nella perizia c’era scritto che alcuni residenti avevano segnalato di aver notato acqua che entrava da alcune finestre e porte-finestre, e che anche il cemento di diversi balconi si stava sgretolando.

Kenneth S. Direktor, un avvocato che rappresenta un’associazione di residenti del palazzo, ha detto al New York Times che nel corso di un controllo sul palazzo erano stati rilevati punti in cui l’acciaio era arrugginito e il calcestruzzo danneggiato, ma ha aggiunto che «nulla di simile era prevedibile».

Osservando le immagini del crollo riprese dalle telecamere di videosorveglianza, l’ingegnere strutturale e responsabile della Commissione per la sicurezza sismica della California, Kit Miyamoto, ha detto a CNN che il crollo sembrerebbe dovuto al cedimento dei piloni che sostengono l’edificio. Sia secondo Miyamoto che secondo l’esperto di interventi di riparazione Greg Batista, è possibile che il sale proveniente dall’oceano fosse penetrato nelle strutture e avesse iniziato ad arrugginire i componenti in acciaio: problemi riscontrabili in qualsiasi edificio che si trovi davanti al mare.

Il sindaco di Surfside, Charles W. Burkett, ha detto che sul tetto del palazzo in questi giorni erano in corso lavori, ma non ha specificato se possano essere in qualche modo collegabili al crollo. Il professore della Florida International University Shimon Wdowinski, invece, ha detto a CNN che un’analisi effettuata l’anno scorso aveva determinato che l’edificio aveva avuto un assestamento di circa due millimetri all’anno dal 1993 al 1999. Secondo Wdowinski questo abbassamento da solo probabilmente non ha causato il crollo del condominio, ma potrebbe avervi contribuito.