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  • Mercoledì 23 giugno 2021

È difficile scrivere senza aggettivi

Lo ammette la scrittrice americana Rebecca Solnit nel suo ultimo libro, ripensando a quando studiava giornalismo

La foto di copertina di "Ricordi della mia inesistenza", Ponte alle Grazie
La foto di copertina di "Ricordi della mia inesistenza", Ponte alle Grazie

Non puoi scrivere neanche una riga se non hai una visione del mondo. Avevo davvero tanta strada da fare, e pian piano, gradualmente, la feci. Ero tanti scrittori diversi lungo una strada sulla quale si allineavano i miei libri e i miei scritti, come pietre miliari o strati di pelle lasciati dalla muta di un serpente. Alla scuola di giornalismo appresi a scrivere reportage semplici, diretti, anche se il mio primo insegnante mal sopportava la mia incapacità di esprimermi nella prosa piana che spesso viene associata all’obiettività giornalistica, e che già allora ritenevo una voce maschile. Mettendocela tutta riuscivo a tenere per me le opinioni, ma non gli aggettivi.

Rebecca Solnit, dal libro Ricordi della mia inesistenza (2020)
pubblicato da Ponte alle Grazie nella traduzione Laura De Tomasi