Boris Johnson ha detto che valuterà con cautela il piano delle riaperture nel Regno Unito, a causa della diffusione della variante “delta”

Il primo ministro britannico Boris Johnson (Dan Kitwood/PA Wire)
Il primo ministro britannico Boris Johnson (Dan Kitwood/PA Wire)

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto a margine del G7 in corso in Inghilterra che il suo governo sarà «cauto» nell’allentare le restrizioni imposte per contenere i contagi da coronavirus, a causa della grande diffusione nel paese della variante “delta”, nota anche come variante “indiana”. Il governo nei mesi scorsi aveva stilato una “roadmap” secondo la quale la quasi totalità delle restrizioni avrebbe dovuto essere eliminata il 21 giugno, grazie ai buoni risultati ottenuti dalla campagna vaccinale. Ora però questa data è in dubbio.

«È chiaro che la variante indiana è più trasmissibile ed è anche vero che i casi stanno aumentando e che il numero di persone in ospedale sta aumentando. Non sappiamo con esattezza quanto questo inciderà sulla mortalità, ma ovviamente è una questione molto, molto seria», ha detto Johnson a Sky News, aggiungendo di essere meno ottimista sulla situazione epidemiologica di quanto non lo fosse alla fine di maggio. Secondo Johnson, è necessario agire con cautela per assicurarsi che la roadmap delle riaperture sia «irreversibile» e per evitare che un aumento inatteso dei contagi porti a nuove chiusure.

I casi nel Regno Unito sono aumentati costantemente dall’inizio di giugno, e nell’ultima settimana sono stati in media 6.000 al giorno su 68 milioni di abitanti, il triplo rispetto ai circa 2.000 casi al giorno fatti registrare a maggio. Nel Regno Unito circa il 60 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, contro il 48 per cento dell’Italia. Come ha scritto il Guardian, circa un terzo dei pazienti ricoverati in ospedale a causa di sintomi provocati dalla variante “delta” aveva ricevuto almeno una dose di vaccino.

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