Le novità sul caso di Saman Abbas

Secondo i verbali riportati dai giornali la polizia sta indagando per omicidio premeditato e sta ricercando lo zio della ragazza pakistana scomparsa

(Gazzetta di Reggio, YouTube)
(Gazzetta di Reggio, YouTube)

In questi giorni sono emerse alcune novità sulle indagini per il presunto omicidio di Saman Abbas, la ragazza pakistana di 18 anni che è scomparsa da più di un mese e che si sospetta possa essere stata uccisa e sepolta nei campi dietro casa, a Novellara, una ventina di chilometri a nord di Reggio Emilia. Secondo un riassunto dei verbali delle indagini pubblicato dalla Gazzetta di Reggio, adesso la Procura di Reggio Emilia sta indagando per omicidio premeditato lo zio, Danish Hasnain, che è ricercato in tutta Europa.

Nel frattempo, i carabinieri hanno diffuso alcune immagini del video di una telecamera di sorveglianza di cui si era molto parlato, e che mostrano tre uomini andare nei campi sul retro dell’abitazione di Abbas attorno alle 19.15 dello scorso 29 aprile: in quei campi si pensa che possa essere stata sepolta la ragazza e si sono concentrate le ricerche del suo corpo nelle ultime settimane. Due delle tre persone che compaiono nel video sono state identificate: uno è il 33enne Hashnain e l’altro è Ikram Ijaz, il cugino di Abbas che lo scorso 30 maggio era stato arrestato in Francia con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

Stando alla ricostruzione raccontata nei verbali, il fratello minore di Abbas, di 16 anni, avrebbe accusato Hashnain di aver ucciso la sorella perché lei aveva rifiutato il tentativo dei genitori di organizzare un matrimonio combinato e perché avrebbe voluto vivere “all’occidentale”. Altre immagini di videosorveglianza datate 30 aprile (che però non sono state diffuse) mostrerebbero Abbas e i genitori che si avviano verso un vialetto che porta ai campi dietro casa loro: alcuni minuti dopo, i genitori rientrano a casa senza la ragazza. A quel punto il fratello avrebbe sentito lo zio dire ai genitori che “avrebbe pensato lui” a Saman: «Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano», avrebbe detto il fratello alla polizia secondo quanto scritto dai giornali.

I verbali riportano anche un messaggio di Hashnain che avrebbe detto a una persona a lui vicina via chat: «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene».


Inizialmente la scomparsa di Abbas era stata trattata come una possibile fuga o un possibile sequestro. Secondo alcune persone che conoscevano la famiglia, la ragazza non usciva quasi mai di casa e i genitori le impedivano anche di andare a scuola. Lo scorso dicembre si era opposta al tentativo dei genitori di organizzare un matrimonio combinato con un suo cugino in Pakistan e per questo aveva denunciato i genitori alla polizia. Da allora era stata ospite di una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese.

L’11 aprile aveva deciso di lasciare la comunità educativa per tornare a casa dei genitori, forse per chiedere di riavere i suoi documenti: il 5 maggio, quando i carabinieri erano andati a casa sua per concordare una nuova sistemazione con i servizi sociali, non avevano però trovato nessuno.

Anche se il padre aveva detto che era viva e si trovava in Belgio, le immagini di videosorveglianza e il fatto che i genitori di Abbas fossero tornati in fretta in Pakistan a inizio maggio avevano rafforzato il sospetto che la ragazza fosse stata uccisa. A ogni modo, dopo che i genitori erano andati via, suo fratello era rimasto qualche giorno a Novellara proprio assieme ad Hashnain, che stando alla sua testimonianza avrebbe cercato di rincuorarlo per il presunto omicidio della sorella, ma allo stesso tempo gli avrebbe detto di non dire niente ai carabinieri altrimenti avrebbe ucciso anche lui. Lo zio non gli avrebbe detto nulla del luogo in cui avrebbe sepolto il corpo, e secondo il fratello nessuno della famiglia aveva detto niente perché tutti avevano troppa paura di lui.

Tra gli altri, i carabinieri hanno interrogato anche il fidanzato di Abbas: in alcuni messaggi, citati nei verbali, la ragazza gli avrebbe scritto di aver sentito la famiglia che parlava dell’idea di ucciderla, e gli aveva chiesto di avvisare le forze dell’ordine se per caso non avesse avuto sue notizie per più di 48 ore. Anche il fidanzato sarebbe stato minacciato dai familiari perché non dicesse niente ai carabinieri.

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