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  • Giovedì 6 maggio 2021

Vaccinarsi per una birra gratis, o per 100 dollari

Diversi stati e aziende degli Stati Uniti stanno proponendo regali o ricompense per convincere chi ha ancora qualche dubbio

(Eric Kayne/ AP Images for Social Security Works)
(Eric Kayne/ AP Images for Social Security Works)

Negli Stati Uniti alcuni governi locali e diverse aziende private stanno cercando di convincere cittadini e dipendenti a farsi vaccinare contro il coronavirus con incentivi anche piuttosto stravaganti: non soltanto tramite ricompense in denaro, ma anche proponendo biglietti gratis per entrare a musei ed eventi vari e persino omaggi in birrifici e negozi di marijuana. Negli ultimi tempi il ritmo delle vaccinazioni negli Stati Uniti è un po’ calato e molte persone hanno saltato il richiamo del vaccino. Con queste iniziative i governi locali e le aziende sperano di raggiungere le persone che non si sono ancora convinte a vaccinarsi.

La scorsa settimana il governo del West Virginia ha annunciato che offrirà ai giovani residenti che si vaccinano un buono del Tesoro del valore di 100 dollari (più o meno 83 euro). Lunedì il governatore del Maryland, Larry Hogan, ha detto che tutti gli impiegati pubblici che si vaccineranno con entrambe le dosi saranno ricompensati con un bonus dello stesso valore, e ha invitato le aziende dello stato a valutare la possibilità di offrire a loro volta incentivi ai dipendenti. A Detroit, in Michigan, chiunque accompagni qualcun altro a vaccinarsi può ricevere una ricompensa di 50 dollari: il sindaco della città, Mike Duggan, ha spiegato che non ci dovrebbe essere «alcuna barriera che impedisca ai cittadini di Detroit di ottenere il vaccino, e certamente non il trasporto».

Iniziative simili sono state adottate anche da alcune catene di ristoranti e della grande distribuzione, dove moltissimi dipendenti lavorano a contatto col pubblico, come Lidl, McDonald’s e il rivenditore di prodotti per animali domestici Petco. American Airlines ha offerto ai propri dipendenti che lavorano negli Stati Uniti e decidono di vaccinarsi un giorno di riposo e punti miglia per un valore di 50 dollari, mentre Amazon ha promesso 80 dollari (circa 67 euro) ai lavoratori essenziali che si faranno somministrare entrambe le dosi.

Oltre alle ricompense in denaro, alcuni enti e aziende private hanno deciso di puntare anche sugli omaggi o sulle convenzioni.

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I residenti del New Jersey con più di 21 anni che avranno ricevuto la prima dose a maggio potranno ottenere una birra gratis in uno dei 13 birrifici dello stato che partecipano all’iniziativa «shot and beer» (“vaccino e birra”) semplicemente mostrando la tessera che dimostra che sono stati vaccinati. A febbraio il negozio di cannabis del Michigan Greenhouse aveva avviato un’iniziativa simile, arrivando a regalare più di 25mila spinelli già rollati alle persone «per premiarle», ha detto il responsabile Jerry Millen.

La catena di caffetterie Krispy Kreme regalerà una ciambella glassata a chi dimostra di essersi vaccinato fino alla fine dell’anno; e «se servisse un’altra buona ragione per vaccinarsi» Nathan’s Famous offrirà un hot dog gratis nel suo punto vendita di Coney Island, a New York.

La squadra di baseball dei Cincinnati Reds sta vendendo ai suoi fan vaccinati biglietti scontati al prezzo di 10 dollari, mentre tra gli altri il Museo e Biblioteca Abraham Lincoln di Springfield, in Illinois, offrirà l’ingresso gratuito ai vaccinati fino alla fine di giugno.

Nelle ultime due settimane il ritmo delle dosi di vaccini somministrate negli Stati Uniti ha iniziato a rallentare facendo emergere soprattutto due necessità: convincere gli indecisi a vaccinarsi e assicurarsi che milioni di persone che hanno già ricevuto la prima dose si presentino per la seconda.

Secondo i dati diffusi dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), tra le più importanti autorità sanitarie negli Stati Uniti, circa un terzo della popolazione degli Stati Uniti ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino e quasi 150 milioni almeno una. Più di 5 milioni di persone che avevano ricevuto la prima dose dei vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna, però, non si sono presentate per ricevere la seconda: o perché temono gli effetti avversi dei vaccini, di cui si è parlato molto nell’ultimo mese in seguito alle verifiche effettuate su Johnson & Johnson – l’unico vaccino monodose finora autorizzato – o perché ritengono che una dose sia sufficiente per essere immunizzati, e non pensano quindi che sia davvero necessario sottoporsi a una seconda somministrazione.

Alison Buttenheim, ricercatrice della Scuola di Infermieristica dell’Università della Pennsylvania, ha detto al Financial Times che difficilmente i regali faranno cambiare idea ai cosiddetti “no vax”, ma potrebbero aiutare a convincere le persone che sono ancora in dubbio. In una certa misura, i risultati di un sondaggio realizzato dall’Università della California di Los Angeles (UCLA) su circa 75mila persone indicano che queste strategie potrebbero essere effettivamente efficaci.

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Il 38 per cento delle persone intervistate che non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino (7.249 in totale) ha detto di essere preoccupato per gli effetti collaterali dei vaccini e il 34 per cento non pensa che i vaccini siano sicuri; un quarto di loro ha detto di dubitare sulle reali intenzioni della campagna vaccinale promossa dal governo e il 14 per cento sostiene che la COVID-19 non sia una reale minaccia per sé.

Allo stesso tempo, un terzo degli intervistati che non si è ancora vaccinato ha detto che un pagamento in denaro lo incoraggerebbe a farlo, e molti di più sarebbero disposti a vaccinarsi se questo significasse non dover più indossare la mascherina o mantenere il distanziamento fisico.

Martedì il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che uno dei suoi obiettivi sarebbe far somministrare almeno una dose di vaccino al 70 per cento della popolazione adulta entro il prossimo 4 luglio, il Giorno dell’Indipendenza. Per farlo, tra le altre cose, dalla fine di maggio verranno inviati dei carichi da 25 fiale di vaccino Pfizer/BioNTech sia alle farmacie che ai piccoli centri di vaccinazione, con l’idea di raggiungere anche le persone che non avevano potuto accedere alle vaccinazioni per le code troppo lunghe nei centri di vaccinazione più grossi o per la lontananza da essi.