In Gibuti il presidente uscente è stato rieletto col 98 per cento dei voti

Sarà il suo quinto mandato: ha contribuito a far crescere il paese, ma secondo i critici ha progressivamente eroso le libertà

Il presidente di Gibuti Ismail Omar Guelleh in una foto del 2019 (EPA/ Ludovic Marin/ Pool Maxppp via ANSA)
Il presidente di Gibuti Ismail Omar Guelleh in una foto del 2019 (EPA/ Ludovic Marin/ Pool Maxppp via ANSA)

Due giorni fa si sono tenute le elezioni presidenziali in Gibuti, un piccolo paese nella regione del corno d’Africa. I risultati parziali dicono che sono state vinte con larga maggioranza da Ismail Omar Guelleh, presidente dal 1999, che ha ottenuto il suo quinto mandato con più del 98 per cento dei voti. Le elezioni sono state boicottate dai principali partiti di opposizione.

Nei suoi anni da presidente Guelleh è riuscito ad aumentare l’importanza commerciale e logistica di Gibuti, approfittando della sua particolare posizione geografica e rendendo il paese il più stabile tra quelli del Corno d’Africa. Allo stesso tempo, secondo i suoi oppositori e diversi osservatori, ha favorito una progressiva erosione della libertà di stampa e represso gli oppositori politici.

Gibuti è situato tra Eritrea, Etiopia e Somalia, e ha circa un milione di abitanti. Si affaccia sullo stretto di Bab el Mandeb, che separa il golfo di Aden dal Mar Rosso, e sulla cui sponda opposta si trova lo Yemen. Fino al 1977 era un territorio francese: la persona che condusse Gibuti verso l’indipendenza diventandone il primo presidente fu Hassan Gouled Aptidon, lo zio di Guelleh: governò a sua volta per 22 anni, fino al 1999, l’anno in cui fu appunto eletto presidente il nipote.


Rispetto agli altri paesi del Corno d’Africa, Gibuti continua a essere visto come un paese relativamente tranquillo, ma secondo alcune ong e i politici dell’opposizione negli ultimi anni la situazione è peggiorata. Human Rights Watch ha osservato che con Guelleh sono aumentate le restrizioni sia sulla libertà di stampa che sulla libertà di associazione, in particolare a partire dalle elezioni del 2011.

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Zakaria Ismail Farah, il principale rivale politico e il solo altro candidato alla presidenza, ha detto di essere stato perseguitato e di aver subìto un trattamento ingiusto durante la campagna elettorale: per esempio, ha detto che durante i suoi comizi non gli era stato garantito il servizio di sicurezza.

Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, Guelleh ha vinto con il 98 per cento delle preferenze su circa 177mila voti raccolti: un numero che Farah ha definito «improbabile e sbagliato, impossibile». Nel 2010 la Costituzione del paese era stata modificata per eliminare il numero massimo di mandati presidenziali, ma era stato introdotto un limite di età di 75 anni: adesso Guelleh ne ha 73.