A Hong Kong sette importanti leader del movimento per la democrazia sono stati giudicati colpevoli per avere organizzato una marcia nel 2019

L'ex parlamentare Martin Lee (sinistra) e l'avvocato Albert Ho arrivano al tribunale di Hong Kong per la sentenza. 1 aprile 2021 (AP Photo/ Vincent Yu)
L'ex parlamentare Martin Lee (sinistra) e l'avvocato Albert Ho arrivano al tribunale di Hong Kong per la sentenza. 1 aprile 2021 (AP Photo/ Vincent Yu)

Giovedì un tribunale di Hong Kong ha giudicato sette persone colpevoli di aver organizzato e partecipato a una marcia di protesta non autorizzata nel 2019: tra loro ci sono alcuni dei più importanti attivisti per la democrazia di Hong Kong, come l’ex parlamentare Martin Lee, considerato uno dei fondatori del movimento per la democrazia, l’avvocato Albert Ho e l’imprenditore Jimmy Lai, editore del principale quotidiano di opposizione. La condanna per queste accuse deve ancora essere decisa e può arrivare fino a 5 anni di carcere.

Il processo a Lee, Lai e ad sette altri attivisti era iniziato a metà febbraio; due di loro, Au Nok-hin e Leung Yiu-chung, entrambi ex membri del parlamento di Hong Kong, si erano dichiarati subito colpevoli. La manifestazione sotto processo era quella del 18 agosto del 2019, nei primi mesi delle proteste di massa contro l’eccessiva ingerenza del governo di Pechino negli affari della regione autonoma cinese. Gli organizzatori del Civil Human Rights Front – un gruppo che raccoglie movimenti e associazioni pro-democratici – avevano ottenuto il permesso della polizia per organizzare un raduno, ma non una marcia.

A differenza di molte altre manifestazioni antigovernative a Hong Kong, la marcia del 18 agosto del 2019 fu pacifica e si stima che vi abbiano partecipato 1 milione e 700mila persone.

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