La Corte Costituzionale ha accolto in parte il ricorso del governo contro la legge regionale della Valle d’Aosta conosciuta come “anti-Dpcm”

L'ospedale Parini di Aosta (ANSA/THIERRY PRONESTI)
L'ospedale Parini di Aosta (ANSA/THIERRY PRONESTI)

La Corte Costituzionale ha accolto in parte il ricorso del governo contro la legge regionale della Valle d’Aosta conosciuta come “anti-Dpcm” (la numero 11 del 9 dicembre 2020): la norma consentiva al presidente della regione di regolare autonomamente, e in deroga ai decreti nazionali, l’apertura di negozi, bar e ristoranti e, tra le altre cose, la libertà di movimento. La legge era già stata sospesa lo scorso 15 gennaio dai giudici della Corte Costituzionale che oggi ha emesso la sentenza: «Spetta allo Stato e non alle Regioni determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia».

Le motivazioni devono ancora essere depositate, ma l’ufficio stampa della Corte ha fatto sapere che «il ricorso è stato accolto, limitatamente alle disposizioni con le quali la legge impugnata ha introdotto misure di contrasto all’epidemia differenti da quelle previste dalla normativa statale». La Corte «ha ritenuto che il legislatore regionale, anche se dotato di autonomia speciale, non può invadere con una sua propria disciplina una materia avente ad oggetto la pandemia da COVID-19, diffusa a livello globale e perciò affidata interamente alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, a titolo di profilassi internazionale».