Il discorso di Draghi al Senato

Ha preceduto il dibattito e il voto sulla fiducia, che sarà votata da quasi tutti i partiti

(Roberto Monaldo / LaPresse)
(Roberto Monaldo / LaPresse)

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto il suo discorso al Senato con il quale ha anticipato il suo programma e ha chiesto la fiducia, nel primo dei due passaggi parlamentari che porteranno all’insediamento vero e proprio del governo nominato la scorsa settimana. Dopo il discorso di Draghi ci sarà la discussione in aula, che porterà in serata al voto dall’esito scontato: voteranno la fiducia tutti i partiti a parte Fratelli d’Italia e il governo avrà quindi una maggioranza larghissima. La fiducia alla Camera sarà votata giovedì.


Più che sul voto di fiducia, il cui risultato dovrebbe arrivare intorno alle 22, l’attesa era per il discorso di Draghi, in cui per la prima volta ha spiegato pubblicamente che cosa vuole fare per rallentare la pandemia e rilanciare l’economia.

– Leggi anche: Chi sono i ministri del governo Draghi

Draghi potrebbe finire per ottenere oltre 270 voti al Senato, ma bisognerà vedere se supereranno i 281 che ottenne Mario Monti nel 2011. Ma anche una fiducia così scontata ha alcune piccole incognite: nel Movimento 5 Stelle alcuni senatori hanno detto che probabilmente voteranno contro. Sono per esempio Nicola Morra e Barbara Lezzi, esponenti dell’ala più radicale del partito. Gli altri voti contrari e le astensioni, oltre che da Fratelli d’Italia, arriveranno probabilmente dal variegato Gruppo Misto.

Il dibattito successivo al discorso di Draghi andrà avanti per tutta la fine della mattinata e per il pomeriggio, con in mezzo le varie procedure di sanificazione dell’aula e la replica di Draghi prevista per le 20.40. Il voto si terrà dopo, e il risultato dovrebbe arrivare tardi, dopo le 22.

I ministri del governo Draghi sono 23, di cui 8 donne. Quindici sono politici, otto tecnici. Il M5S esprime quattro ministri (due con portafoglio e due senza, cioè senza una struttura ministeriale alle spalle), il Partito Democratico tre (con portafoglio), Forza Italia tre (senza portafoglio), la Lega tre (due con portafoglio, uno senza), Liberi e Uguali uno (con portafoglio) e Italia Viva uno (senza portafoglio).