Flash non ci mancherà

Il famoso programma per le animazioni e la grafica online appena dismesso ha reso internet creativo, interessante, pacchiano e insicuro

Il logo di Adobe Flash
Il logo di Adobe Flash

Il 31 dicembre del 2020 l’azienda americana Adobe ha dismesso definitivamente Flash Player, il famoso programma che per decenni ha consentito di vedere animazioni e contenuti multimediali online. Dal 31 dicembre non è più possibile scaricare il programma e nei giorni successivi, a partire dal 12 gennaio, Adobe bloccherà la possibilità di visualizzare i contenuti Flash. I vari browser per navigare in internet, come Chrome, Safari e Firefox, interromperanno il supporto a Flash nei prossimi giorni; alcuni l’hanno già fatto.

Flash è un programma molto antico, per gli standard di internet: un primo precursore, chiamato FutureWave, fu pubblicato per la prima volta nel 1993. Fu comprato dall’azienda Macromedia nel 1996, che lo rinominò Macromedia Flash, e infine, nel 2005, fu acquisito da Adobe. Flash consentiva di creare animazioni e contenuti multimediali, ma il suo elemento più famoso era sicuramente Flash Player, cioè il programma che permetteva agli utenti di vedere e di usare i contenuti: tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, Flash Player era installato sulla maggioranza dei computer collegati a internet.

Per certi versi era necessario che lo fosse: i linguaggi che esistevano allora per creare pagine web, principalmente HTML e Javascript, erano ancora abbastanza rudimentali e consentivano scarsi abbellimenti grafici. Per questo, se si voleva mostrare un video nella propria pagina web serviva Flash, così come se si volevano aggiungere elementi multimediali e altri ornamenti. Fino a poco più di dieci anni fa, praticamente tutte le pagine web dotate di una grafica creativa e interessante (e spesso pacchiana, l’internet degli scorsi decenni non si distingueva per l’eleganza) usavano Flash, che era così importante che alcuni sistemi operativi erano distribuiti con Flash Player già integrato. Insomma: una parte consistente dell’estetica di internet tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila è merito di Flash.

Inoltre, poiché Flash era enormemente diffuso e a basso costo, per decenni è stato usato da tantissimi programmatori o semplici curiosi che volevano sperimentare cose nuove su internet a livello di grafica, animazione, multimedialità. Uno degli aspetti più noti dell’utilizzo di Flash sono stati i videogiochi, che erano facili da creare (anche se alcuni giochi Flash erano molto complessi) e dunque consentivano grande libertà creativa. Erano anche facilmente accessibili per gli utenti: la maggior parte dei giochi Flash era gratuita e funzionava via browser, senza bisogno di avere una console o di comprare programmi particolari, e questo ha contribuito alla popolarità di piattaforme di giochi come Kongregate o Miniclip.

Flash è stato a lungo usato anche per animazioni, progetti educativi e artistici, e perfino qualche lungometraggio. Per esempio The Secret of Kells, un film d’animazione del 2009 che è stato candidato all’Oscar (perse contro Up della Pixar) è animato in parte in Flash.


Ma Flash aveva anche giganteschi problemi: i due più noti sono sicurezza e prestazioni. Riguardo alla sicurezza: Flash Player era così pieno di vulnerabilità, cioè di problemi nel codice che potevano essere sfruttati da potenziali hacker per attacchi informatici, che gli esperti di sicurezza hanno consigliato per anni di non installarlo, anche quando era praticamente fondamentale per navigare su internet. Alcune di queste vulnerabilità erano del tipo peggiore, chiamato «zero-day», cioè quelle che rimangono sconosciute finché non vengono usate per attacchi malevoli, e che dunque non lasciano il tempo («zero-day», appunto) di trovare contromisure.

Queste falle sono state usate negli anni passati anche in attacchi hacker molto famosi, e alcune erano state trovate (e tenute nascoste per poter essere sfruttate) anche da Hacking Team, la discussa azienda italiana di sicurezza informatica che fu a sua volta hackerata nel 2015.

– Leggi anche: Le ultime sull’attacco a Hacking Team

L’altro grosso problema riguarda le prestazioni: Flash era un programma piuttosto pesante, e i siti internet che usavano animazioni o elementi grafici in Flash impiegavano molto tempo a caricarsi. Inoltre, usare Flash rendeva i computer generalmente più lenti, e contribuiva a scaricare rapidamente le batterie dei portatili.

A parte gli esperti di sicurezza informatica, il primo a contestare duramente e pubblicamente Flash fu Steve Jobs, ceo e cofondatore di Apple, che nel 2008, quando mise in vendita il primo iPhone con il suo sistema operativo iOS, fece una scelta che fu considerata radicale: non consentire l’installazione di Flash né l’esecuzione dei contenuti in Flash sui dispositivi portatili di Apple, compresi gli iPad, che sarebbero usciti un paio di anni dopo (sui computer Mac, invece, è rimasto possibile fino all’ultimo installare e usare Flash).

La scelta di Jobs fu molto contestata, al punto che lui, nel 2010, pubblicò una lunga lettera aperta intitolata “Pensieri su Flash”, in cui ne descrisse i numerosi problemi: tra questi la sicurezza e le prestazioni (secondo Jobs, le animazioni in Flash avrebbero fatto scaricare la batteria di un iPhone il doppio più velocemente rispetto ad altri formati), ma anche il fatto che Flash era un sistema chiuso e proprietario, che dava ad Adobe il completo controllo dei contenuti (controllo che Apple voleva tenere per sé).

Jobs poteva permettersi di escludere Flash dagli iPhone perché in quel periodo erano già diffusi o stavano per essere resi disponibili linguaggi alternativi che avevano cominciato a fare le stesse cose di Flash, in alcuni casi meglio, come HTML5. I principali siti di streaming video, come YouTube e Netflix, che allora erano agli inizi, avevano già abbandonato Flash per altri sistemi migliori. I social network come Facebook avevano anche loro cominciato ad abbandonare Flash.

Secondo gli esperti, la decisione di Apple di escludere Flash da iOS è stata fondamentale per il declino del programma di Adobe, che è diventato man mano meno diffuso e importante. Le alternative a Flash nell’ambito della grafica e dei videogiochi, come WebGL e Unity (oltre il già citato HTML5) sono diventate sempre più efficienti.

Adobe ha cominciato la dismissione di Flash ormai da molti anni: già nel 2012 aveva rinunciato del tutto a utilizzarlo sui dispositivi portatili, non soltanto quelli di Apple ma anche su Android. Anche l’annuncio che Flash Player sarebbe stato dismesso alla fine del 2020 è di qualche anno fa: Adobe l’ha dato nel 2017, riconoscendo che i sistemi alternativi avevano ormai reso Flash obsoleto.

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Come dicevamo, la maggior parte dei browser sta per eliminare Flash o l’ha già fatto: Chrome e gli altri browser basati sullo stesso sistema, come Microsoft Edge e Brave, dovrebbero eliminare il supporto nel corso di gennaio, e già da tempo l’avevano disattivato di default. Firefox ha pubblicato l’ultimo aggiornamento che ancora supporta Flash il 15 dicembre. L’ultima versione di Safari, uscita a novembre, ha già smesso di offrire la possibilità di vedere i contenuti Flash.

Microsoft ha cominciato a distribuire un aggiornamento per il sistema operativo Windows che dovrebbe eliminare Flash Player dai pc, e in alcuni sistemi la stessa Adobe sta inviando avvisi per ricordare di disinstallare tutto. È probabile che chi ha un computer Mac non abbia Flash Player, perché Apple ha smesso di vendere Mac con il programma già installato da più di dieci anni. Ma se avete un Mac e avete installato Flash Player a un certo punto, adesso è consigliabile disinstallarlo, sia perché non serve più (benché alcune aziende continueranno a usarlo) sia per ragioni di sicurezza.

La gran quantità di contenuti in Flash prodotta negli ultimi decenni rischia di sparire, e in parte l’ha già fatto, perché praticamente tutti i siti web si sono aggiornati e hanno abbandonato le vecchie animazioni e la vecchia grafica. Sono però partiti alcuni progetti per salvaguardare almeno alcuni giochi Flash. La piattaforma Kongregate, per esempio, a marzo ha stretto un accordo con un museo di Rochester, negli Stati Uniti, per preservare il suo catalogo.

L’Internet Archive, una no-profit con sede a San Francisco che ha come obiettivo la conservazione della cultura di internet, ha cominciato qualche mese fa a salvare centinaia di animazioni e di videogiochi Flash sulla sua piattaforma. Questi ultimi sono anche giocabili, grazie a un sistema di emulazione che non rende necessario avere Flash Player installato. Secondo l’Internet Archive, il problema della dismissione di Flash non è tanto Flash in sé quanto il rischio di perdere la gran quantità di arte e creatività che conteneva.