In Thailandia è stato rilevato il più grande focolaio di coronavirus dall’inizio della pandemia

Le persone attendono in fila di fare il tampone a Samut Sakhon, a sud di Bangkok, in Thailandia (Jerry Harmer/AP Photo, LaPresse)
Le persone attendono in fila di fare il tampone a Samut Sakhon, a sud di Bangkok, in Thailandia (Jerry Harmer/AP Photo, LaPresse)

La Thailandia, tra i paesi che meglio avevano arginato il coronavirus al mondo, ha iniziato a testare migliaia di persone per arginare il più grande aumento di contagi che il paese ha avuto dall’inizio della pandemia.

Nella sera di sabato 19 dicembre è stato annunciato un lockdown nella provincia di Samut Sakhon, che confina a sud ovest con la capitale Bangkok e che ha circa 500mila abitanti. Il lockdown, che durerà fino al 3 gennaio, è stato deciso in seguito alla scoperta di un focolaio legato al mercato centrale del pesce della città di Samut Sakhon, capoluogo dell’omonima provincia. Ci sarà un coprifuoco dalle 22 alle 5 e le persone non potranno spostarsi fuori dalla provincia: per sicurezza anche a Bangkok sono stati annullati gli eventi previsti per i festeggiamenti di capodanno.

Le infezioni sono state quasi tutte registrate tra i lavoratori migranti del mercato, per la maggior parte provenienti dal vicino Myanmar, dove l’epidemia non è stata tenuta sotto controllo (oltre 115mila contagi), a differenza di quanto fatto fino a oggi dalla Thailandia. Sabato 548 persone sono risultate positive al coronavirus, il numero più alto di sempre nel paese, su 1.192 testate. La percentuale tra positivi e tamponi è molto alta (circa 43 per cento) e le autorità stanno pianificando di testare circa 40mila persone, concentrandosi soprattutto sulle migliaia di lavoratori migranti del mercato.

Prima di sabato in Thailandia erano stati registrati meno di 4.300 casi dall’inizio dell’epidemia e tutt’ora le persone morte a causa della COVID-19 sono 60. Il paese era riuscito a tenere sotto controllo i casi grazie a una severa e tempestiva chiusura dei confini e la vita era tornata abbastanza normale, seppur con grossi danni economici all’industria del turismo. Chiunque entri in Thailandia è tenuto a sottoporsi a una quarantena di 14 giorni e a più tamponi, ma dal confine di oltre 2.400 chilometri col Myanmar arrivano illegalmente ogni giorno molte persone, che non vengono registrate.