L’arenamento di un mercantile avvenuto a Mauritius a luglio fu causato da una negligenza in fatto di sicurezza

La nave mercantile arenata vicino all’isola di Mauritius, l'11 agosto 2020 (Gwendoline Defente/EMAE via AP, File)
La nave mercantile arenata vicino all’isola di Mauritius, l'11 agosto 2020 (Gwendoline Defente/EMAE via AP, File)

Venerdì la compagnia di trasporti navali giapponese Nagashiki Shipping ha detto che l’arenamento di uno dei suoi mercantili avvenuto lo scorso luglio vicino all’isola di Mauritius, nell’oceano Indiano, fu causato dalla mancata osservanza delle regole di sicurezza. Lo ha appurato dopo aver fatto un’indagine interna, intervistando i membri dell’equipaggio.

La nave, chiamata MV Wakashio, si era incagliata nella barriera corallina vicino a Mauritius il 25 luglio e il 6 agosto aveva cominciato a perdere carburante in acqua, causando gravi danni ambientali all’ecosistema marino: in totale mille tonnellate di carburante si erano riversate in mare. Quattro persone morirono durante un tentativo di rimozione del carburante dall’acqua. Le operazioni di pulizia lungo la costa dovrebbero essere completate entro gennaio, aveva detto Nagashiki Shipping il mese scorso.

Secondo la ricostruzione fatta dalla compagnia, la MV Wakashio si era avvicinata eccessivamente a Mauritius per raggiungere una zona dove fosse presente la rete cellulare: «C’è stata una noncuranza dei pericoli legati al navigare così vicino alla costa e un’insufficiente adozione di misure di sicurezza». La compagnia ha deciso di vietare l’uso dei telefoni cellulari durante le ore di lavoro sui ponti e di installare sistemi di comunicazione più veloci su tutte le navi.