A Venezia c’è l’acqua alta ma il Mose non si è attivato

Perché le previsioni sbagliate avevano indicato una marea inferiore ai 130 cm, sotto ai quali non si alzano le barriere

L'acqua alta a Venezia, l'8 dicembre 2020 (ANSA/MEROLA)
L'acqua alta a Venezia, l'8 dicembre 2020 (ANSA/MEROLA)

Oggi a Venezia c’è l’acqua alta, ma le barriere del Mose, il sistema di dighe attivo da ottobre dopo anni di lavori e prove, non sono entrate in funzione. Il processo che le fa sollevare infatti viene attivato solo quando, secondo le previsioni meteorologiche, la marea dovrebbe superare i 130 centimetri sul livello medio del mare, e le previsioni per oggi stimavano che si sarebbe fermata a 125 centimetri: alle 15.30 però i 130 centimetri sono stati superati. Piazza San Marco – che è il punto più basso di Venezia e si allaga quando la marea è superiore agli 80 centimetri – e buona parte della città sono allagati.

Cinzia Zincone, dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e responsabile delle opere pubbliche nel Triveneto, tra cui il Mose, ha spiegato: «Siamo in una fase sperimentale, nella quale si alza quando c’è una previsione di 130 centimetri: l’allerta viene data 48 ore prima, per permettere non solo di emettere le ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative. Infatti, nonostante a Venezia si parli di strucar el boton (“premere il bottone”), in realtà l’operazione nasce con molto anticipo e va preparata. Fino a questa mattina le previsioni non arrivavano a 130, e quando sono cambiate si era fuori tempo massimo. Si prevede che possano esserci margini di errore, ma non così ravvicinato».

Zincone ha anche detto di sperare che «si riesca a fare tesoro anche di questa esperienza per aggiornare le procedure in modo da adattarle anche a situazioni come questa, di improvviso peggioramento».