Un anello per domarli

Il vicedirettore del Post ha provato per due mesi un Oura Ring, l'anello che monitora il battito cardiaco e la temperatura di chi lo indossa – tra cui i giocatori dell'NBA

di Francesco Costa – francescocosta

Francesco Costa durante il suo incontro a Talk, la giornata di dibattiti e conversazioni organizzata dal Post a Faenza il 26 settembre 2020. (Faventia Sales)
Francesco Costa durante il suo incontro a Talk, la giornata di dibattiti e conversazioni organizzata dal Post a Faenza il 26 settembre 2020. (Faventia Sales)

Fino a un mese fa, quando mi capitava ancora di incontrare quotidianamente i colleghi e qualche amico, parlavo molto con loro del mio nuovo anello: non perché questo anello sia particolarmente prezioso, anche se non è esattamente economico, né perché rappresenti un’avvenuta o imminente modifica del mio stato civile. In realtà me lo sono comprato da solo, l’anello; e il motivo per cui ne parlo è che è particolarmente brutto. Insomma, lo faccio per mettere le mani avanti: prima che qualcuno possa pensare «che anello tamarro si è messo Francesco», trovo un pretesto per raccontare che quello che porto al dito non è un normale anello, e non lo indosso per ragioni estetiche. È un Oura Ring.

Trova l’anello (Valentina Lovato/Il Post)

Potreste aver sentito parlare dell’Oura Ring – o potreste averlo visto, senza sapere che fosse un Oura Ring – se siete appassionati di NBA. Quando la più importante lega di pallacanestro al mondo ha ricominciato a giocare nella famosa “bolla” di Orlando, infatti, a tutti i giocatori è stato fornito un Oura Ring. Se invece come me seguite la Formula Uno, potreste averlo visto di recente nelle mani del pilota Alex Albon o del team principal di Red Bull, Christian Horner. Nel baseball, lo hanno adottato i Seattle Mariners.

A questo punto potreste aver capito che Oura Ring è un anello che raccoglie e fornisce informazioni sul corpo di chi lo indossa. Ma è un po’ diverso dai tanti tracker del genere che esistono in commercio: e in realtà la sua principale funzione non ha a che vedere con lo sport.

L’anello e la sua app (Il Post)

Partiamo da com’è fatto. L’Oura Ring è un anello di titanio. Va indossato nell’indice o nel medio o nell’anulare della mano che preferite. Nella parte interna dell’anello – quindi a contatto con la pelle – ci sono un sensore a infrarossi che monitora il battito cardiaco e due sensori che misurano la temperatura corporea. L’anello contiene inoltre un accelerometro, per rilevare i movimenti. Grazie a questi accrocchi, l’anello raccoglie una serie di dati: battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, passi effettuati, calorie bruciate. Ma anche il tempo trascorso a letto, il tempo impiegato a dormire e in quali delle diverse fasi del sonno.

Tutti i dati si possono consultare nell’app, sia singolarmente che riassunti in tre macro-punteggi che tengono conto della combinazione di tutti questi dati: Sleep, Activity, e Readiness. L’anello si collega all’app via Bluetooth.

Gli effetti della zona rossa

I tre indicatori evidentemente si condizionano a vicenda: “Sleep” ti dice in breve come stai dormendo (bene, male, troppo poco, svegliandoti molto, etc), “Activity” ti dice in breve quanto ti stai muovendo (in questi giorni di spostamenti limitati o inesistenti, la situazione è drammatica) mentre “Readiness” ti dice in breve quante energie hai, quanto sei stanco, quanto sei pronto ad affrontare la tua giornata.

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Se il monitoraggio delle attività non brilla per precisione – se volete soprattutto monitorare i vostri allenamenti, esistono gadget migliori – la funzione che monitora il sonno è molto precisa e avanzata, all’altezza dei migliori dispositivi in commercio destinati a questo utilizzo. La precisione dell’Oura Ring è vicina a quella che si ottiene attraverso un elettrocardiogramma: e non richiede di dormire appoggiando il cellulare sul materasso, come certe app; né di dormire indossando qualcosa di ingombrante e potenzialmente scomodo, come un orologio o un classico fitness tracker.

Ho lavorato moltissimo quest’anno, tra la pandemia e le elezioni americane: la ragione principale per cui l’ho comprato era tenere traccia di quanto dormissi e quanto fossi stanco al di là delle mie impressioni. Da questo punto di vista, ne sono soddisfatto.

La notte di sonno che manca del tutto è quella delle elezioni americane

Gli attenti recensori di Wirecutter, il sito di recensioni del New York Times, hanno scritto una lusinghiera recensione dell’Oura Ring enfatizzando soprattutto l’efficacia dell’anello per monitorare il sonno. Quanti minuti in fase REM? Quanti minuti di sonno profondo? Quanti minuti da sveglio? Che conseguenze avrà la qualità della mia ultima notte di sonno sulla giornata che mi aspetta?

Per la mia esperienza, l’anello sembra riuscire a capire abbastanza bene come dormo, confermando le mie sensazioni della mattina. Ed è capitato anche che andassi a dormire dopo aver mangiato pesante, e la mattina dopo il messaggio di buongiorno dell’anello mi dicesse: «Hai mangiato pesante ieri sera, vero?». Dopo qualche secondo di imbarazzo in cui ho ripensato con rinnovata preoccupazione ai molti allarmi recenti sul rapporto tra questi dispositivi e la nostra privacy, l’entusiasmo ha avuto la meglio.

Nella recensione di Wirecutter potete leggere anche una serie di utili informazioni tecniche, spiegate meglio di come potrei farlo io: per esempio sulla tecnologia a infrarossi, diversa e più efficace di quella degli altri tracker; o sulla batteria, che dura anche una settimana e si ricarica in un’ora; o su quanto l’Oura Ring sia generalmente più comodo e leggero degli altri dispositivi con simili funzioni (anche il giudizio sulla comodità è soggettivo).

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La ragione principale per cui Oura Ring si è fatto conoscere, però, è la stessa che ha portato l’NBA a darne uno a ogni giocatore durante la fase finale della scorsa stagione, nel tentativo di contribuire a evitare che il coronavirus si diffondesse nella “bolla” di Orlando. Monitorare la temperatura corporea, la variabilità della frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria può essere utile a sapere alcune cose sul nostro corpo e sul nostro stato di salute.

Uno studio della West Virginia University – non finanziato da Oura – ha riscontrato che le misurazioni effettuate dall’anello possono suggerire un’infezione in corso fino a tre giorni prima di accorgersi di avere dei sintomi, con il 90 per cento di precisione. Naturalmente bisogna prendere questo studio con grande cautela, e c’è chi ha espresso scetticismo sulle sue conclusioni. Altrettanto naturalmente non si parla necessariamente di infezioni da coronavirus, ma si parla anche di quelle.

Io posso portare la mia esperienza, perché qualche tempo fa ho contratto il coronavirus. Me la sono cavata facilmente, per fortuna ne ho preso una forma lieve: due giorni di febbre, senza altri disagi, e basta. Mi sono accorto di non stare bene quando una mattina mi sono svegliato sentendo di avere la febbre, e l’anello me lo ha confermato prima che lo facesse il termometro: nel grafico qui sotto, è il primo giorno con una barra nettamente più alta delle altre. A rivedere il grafico, effettivamente da qualche giorno l’anello segnalava che la mia temperatura corporea era leggermente più alta del solito: ma io non me n’ero accorto, da qualche giorno non controllavo il grafico con l’evoluzione della temperatura. È anche vero che in generale queste variazioni di tanto in tanto capitano anche senza aver contratto alcuna malattia.

Ogni barra rappresenta la variazione media della temperatura rispetto alla norma (l’anello ci mette qualche giorno a calcolarla, dopo che lo indossate per la prima volta)

L’Oura Ring costa 314 o 419 euro, dipende dal tipo di finitura. Una volta ordinato – si può comprare solo sul sito dell’azienda, che è finlandese – non riceverete a casa direttamente l’anello ma un kit che comprende otto anelli di plastica, di diverse taglie. Provateli, indossateli qualche giorno finché non trovate la vostra taglia più comoda: poi tornate sul vostro ordine, scegliete la taglia e l’anello vi arriverà a casa. Se vi interessa regalarlo a qualcuno per Natale, sappiate che io ci ho messo una decina di giorni per ricevere il kit e poi un’altra decina per ricevere l’anello. È disponibile in più colori: argento, nero lucido, nero opaco, oro.

In estrema sintesi, l’Oura Ring non mi ha cambiato la vita, non mi ha fatto fare più movimento, non mi ha fatto scoprire di avere il coronavirus prima dei sintomi (per quanto forse avrebbe potuto mettermi in guardia), non mi ha fatto dormire meglio di prima: ma mi ha fornito un sacco di dati per misurare le mie sensazioni su qualcosa di concreto, mi ha fatto scoprire che dormo meno di quanto pensassi e in qualche occasione mi ha spinto ad andare a letto prima del solito. L’unico interesse che ho perché lo acquistiate anche voi è non essere più costretto a spiegare che cos’è.