La Palestina riprenderà a collaborare con Israele in vari ambiti tra cui quello della sicurezza, dopo che aveva smesso lo scorso maggio

(AP Photo/Majdi Mohammed, Pool)
(AP Photo/Majdi Mohammed, Pool)

Martedì il ministro palestinese che si occupa dei rapporti con Israele, Hussein al Sheikh, ha annunciato la ripresa della collaborazione tra i due paesi in vari ambiti, compreso quello della sicurezza, dopo che era stata sospesa lo scorso maggio. Il motivo è che Israele ha sospeso il progetto di annessione delle colonie israeliane in Cisgiordania che aveva annunciato a maggio, in cambio della normalizzazione dei rapporti diplomatici con gli Emirati Arabi Uniti e il Barhein.

In realtà sono passati diversi mesi dagli accordi in questione: ma è stata l’elezione come presidente degli Stati Uniti di Joe Biden, contrario alle annessioni, a rassicurare la Palestina spingendola a riprendere la collaborazione, che peraltro aveva avuto gravi conseguenze economiche sui palestinesi.

Il motivo della sospensione delle collaborazioni era stata l’annuncio del presidente israeliano Benjamin Netanyahu di voler annettere le colonie israeliane in Cisgiordania, una decisione aggressiva che riguardava insediamenti considerati illegali dalla Palestina. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas aveva quindi deciso per protesta di interrompere la cooperazione in vari ambiti, inclusi quelli che permettono ai palestinesi di viaggiare in Israele per motivi di lavoro e di salute.

Ma una delle implicazioni principali della decisione di Abbas fu il rifiuto di accettare i soldi che Israele raccoglie per conto dell’Autorità Garante Palestinese, l’organo di governo della Palestina. Questo ha comportato perdite fino a 100 milioni di dollari al mese, circa il 60% del budget palestinese, compensate con tagli agli stipendi pubblici e che hanno causato estese ristrettezze economiche. La decisione di Abbas era stata molto criticata, e giudicata autolesionista da molti osservatori.