Donald Trump ha licenziato il segretario della Difesa Mark Esper, con cui era da mesi in cattivi rapporti

Donald Trump e Mark Esper (Win McNamee/Getty Images)
Donald Trump e Mark Esper (Win McNamee/Getty Images)

Il presidente statunitense Donald Trump ha licenziato il segretario della Difesa Mark Esper, con cui era da mesi in cattivi rapporti dopo che Esper si era opposto all’idea di Trump di fare intervenire l’esercito per controllare le proteste iniziate dopo la morte di George Floyd.

Trump ha annunciato che il posto di Esper verrà preso temporaneamente da Christopher Miller, che da alcuni mesi era direttore del Centro Nazionale Antiterrorismo: un incarico di rilevanza molto minore rispetto a quello di capo delle forze armate statunitensi. Trump, che ha perso le elezioni del 3 novembre, resterà in carica fino al prossimo 20 gennaio, con pieni poteri: Miller è il quarto segretario della Difesa nominato durante il suo mandato quadriennale da presidente.

Il licenziamento di Esper non è stato sorprendente. Esper era stato nominato segretario della Difesa nel luglio 2019 e non aveva mai avuto rapporti particolarmente buoni con Trump. Le cose sono tuttavia peggiorate molto nel giguno 2020, quando Esper aveva pubblicamente detto di essere contrario all’invio di soldati per contenere le proteste che erano iniziate in molte città dopo l’uccisione di George Floyd. Il New York Times ha spiegato che dopo la presa di posizione di Esper, Trump era «furioso» e che a poco erano serviti i tentativi del dipartimento della Difesa di sistemare le cose.

Da quel momento in poi, Esper aveva quasi del tutto eliminato i suoi interventi pubblici e i commenti su questioni di attualità. Riguardo all’epidemia da coronavirus, tuttavia, aveva avuto un atteggiamento opposto a quello di gran parte dell’amministrazione Trump, facendosi vedere sempre con la mascherina e difendendo le regole di distanziamento fisico adottate dall’esercito statunitense.

Il licenziamento di Esper a meno di due mesi dalla fine del mandato di Trump, ha scritto sempre il New York Times, è considerato preoccupante perché potrebbe contribuire a un senso di instabilità nelle forze armate statunitensi e perché il suo sostituto – Miller – non sembra avere l’esperienza e lo spessore necessari per poter arginare Trump, laddove fosse necessario.