Il più grosso iceberg del mondo potrebbe fare danni

Si sta avvicinando alla Georgia del Sud, un'isola abitata da foche e pinguini, e se si bloccherà sui fondali potrebbe metterne a rischio la sopravvivenza

L'iceberg A-68A, a sinistra, fotografato il 2 novembre 2020 dalla missione spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea Copernicus Sentinel-3; in alto a destra c'è la Georgia del Sud (ESA/Copernicus Sentinel)
L'iceberg A-68A, a sinistra, fotografato il 2 novembre 2020 dalla missione spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea Copernicus Sentinel-3; in alto a destra c'è la Georgia del Sud (ESA/Copernicus Sentinel)

Un colossale iceberg si sta avvicinando alla Georgia del Sud, collocata nell’oceano Atlantico Meridionale a nord-est della Penisola Antartica, e potrebbe schiantarcisi contro con serie ricadute sull’ecosistema.

L’iceberg in questione si chiama A-68A ed è il più grande attualmente in circolazione: ha una superficie poco più piccola di quella del Molise e simile a quella della Georgia del Sud, che è un territorio d’oltremare britannico. L’isola è praticamente disabitata (d’estate ci vive una trentina di persone, la metà d’inverno) ma è un importante sito di riproduzione per foche e pinguini. Se A-68A finirà per bloccarsi sui fondali che circondano l’isola, le specie animali che ci vivono potrebbero essere molto danneggiate, da un lato perché il ghiaccio chiuderebbe le vie per cui pinguini e foche raggiungono il mare per cacciare, dall’altro perché distruggerebbe gli ecosistemi dei fondali lungo la costa.

La Georgia del Sud si può considerare «il cimitero per gli iceberg più grossi dell’Antartide», spiega BBC, perché ci sono forti correnti che li spingono verso i bassi fondali che circondano l’isola. Per questo succede regolarmente che gli iceberg si ancorino attorno alla Georgia del Sud, ma di solito non hanno dimensioni paragonabili a quelle di A-68A.

Questo iceberg è in circolazione dal 2017, quando si staccò dalla sezione C della piattaforma glaciale Larsen, che si trova lungo la costa orientale della Penisola Antartica. All’epoca era ancora più grande (aveva una superficie di quasi 6mila chilometri quadrati, più della Liguria) ma da allora se ne sono staccati due pezzi, A-68B e A-68C, a loro volta grandi abbastanza per ricevere dei nomi. Ora A-68A dista qualche centinaio di chilometri dalla Georgia del Sud, a sud-ovest dell’isola. Si stima che pesi centinaia di miliardi di tonnellate ed è relativamente poco spesso, sotto il livello dell’acqua arriva a 200 metri o poco meno: è per questo che potrebbe arrivare molto vicino alle coste della Georgia del Sud prima di ancorarsi al fondale marino.

In passato era già successo che un iceberg davvero grosso lo facesse: accadde nel 2004, con l’iceberg A-38. Non era grande quanto A-68A, ma causò la morte di innumerevoli pulcini di pinguino e cuccioli di foca, che furono ritrovati sulle spiagge della Georgia del Sud.

A destra, l’iceberg A-38, e a sinistra la Georgia del Sud, il 12 aprile 2004 (NASA)

In altre zone dell’Antartide, iceberg anche molto più piccoli hanno fatto danni simili alle popolazioni di animali selvatici: a partire dal 2010 ad esempio successe a Capo Denison, il promontorio roccioso all’inizio della Baia del Commonwealth, dopo che un iceberg di soli 100 chilometri quadrati di superficie (A-68A ne copre 4.200) bloccò la baia, allungando di chilometri il viaggio che i pinguini dovevano compiere per raggiungere l’acqua dal promontorio. Sia i pinguini che le foche, pur nidificando e partorendo i cuccioli sulla terraferma, devono andare in mare per cacciare: lì pescano il cibo per nutrirsi e per provvedere a nidiate e cucciolate. Se il percorso si allunga, gli animali rischiano di tornare con il cibo per i piccoli troppo tardi e trovarli morti. Nonostante l’iceberg di Capo Denison non fosse particolarmente grosso portò alla formazione di uno strato ghiacciato nel tratto di mare compreso tra la costa e i suoi margini, bloccando l’accesso all’acqua.

Il fatto che A-68A si stia avvicinando alla Georgia del Sud in questo periodo dell’anno potrebbe essere particolarmente dannoso per gli animali, dato che l’estate antartica, il periodo in cui si riproducono, va da ottobre a febbraio. Ma i problemi potrebbero andare avanti per anni. Geraint Tarling del British Antarctic Survey, l’ente di ricerca britannico che si occupa delle missioni in Antartide, ha spiegato a BBC: «Gli ecosistemi potranno riprendersi ovviamente e lo faranno, ma c’è il rischio che se questo iceberg si bloccherà, rimarrà lì per dieci anni. E questo farebbe la differenza per l’ecosistema della Georgia del Sud». Potrebbe anche danneggiare le attività di pesca che si svolgono nelle acque attorno all’isola.

Il British Antarctic Survey si sta organizzando per studiare l’eventuale impatto di A-68A sulla Georgia del Sud. Alcuni aspetti positivi potrebbero esserci: l’iceberg porta con sé enormi quantità di detriti contenenti sostanze nutritive per il plancton e quindi, nonostante un’iniziale distruzione, nel lungo periodo potrebbe dare nuova vita alla vita sottomarina.

Al momento comunque non bisogna escludere che alla fine A-68A si allontani dalla Georgia del Sud. Se le correnti dovessero spingerlo attorno all’isola e verso nord, allora comincerà a frantumarsi, raggiungendo acque meno fredde.

Dove si trova la Georgia del Sud: