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  • Venerdì 6 novembre 2020

Il nuovo lockdown della Danimarca, per i visoni

Dopo che una mutazione del SARS-CoV-2 è passata dai visoni di allevamento alle persone, il governo ha deciso di imporre nuove restrizioni nel nord del paese

Una bandiera danese a mezz'asta in un allevamento di visoni di Børglum, nello Jutland centro-settentrionale, il 5 novembre 2020 (La Presse/Claus Bjoern Larsen/Ritzau Scanpix via AP)
Una bandiera danese a mezz'asta in un allevamento di visoni di Børglum, nello Jutland centro-settentrionale, il 5 novembre 2020 (La Presse/Claus Bjoern Larsen/Ritzau Scanpix via AP)

Da oggi nel nord della Danimarca sono in vigore nuove misure restrittive per evitare la diffusione del coronavirus: almeno fino al 3 dicembre scuole, bar, ristoranti e palestre saranno chiusi in sette comuni del nord dello Jutland, dove sono sospesi anche i servizi di trasporto pubblico, treni compresi. Il governo ha deciso di introdurre queste misure dopo aver annunciato l’abbattimento di tutti i visoni d’allevamento presenti nel paese, tra i 15 e i 17 milioni di animali. Almeno 12 persone sono state infettate da una variante del SARS-CoV-2 che contiene una mutazione formatasi tra i visoni, e il governo teme che la sua diffusione tra le persone potrebbe influire sull’efficacia dei futuri vaccini per il COVID-19.

Tra le nuove restrizioni c’è il divieto di riunirsi in 10 persone o più e anche la chiusura di musei e biblioteche. Ai residenti dei comuni coinvolti è stato raccomandato di non spostarsi, lavorare da casa se possibile e sottoporsi a test per il coronavirus; agli altri cittadini di non andare nelle zone interessante dal nuovo lockdown. Dall’inizio della pandemia in Danimarca ci sono stati più di 52mila casi di infezione da coronavirus e 733 persone sono morte per il COVID-19. Il ministro della Salute Magnus Heunicke ha detto che metà dei 783 dei casi di positività riscontrati nel nord della Danimarca «è legata» ai visoni.

Il nord dello Jutland è la regione dove si trova la maggior parte degli allevamenti di visoni della Danimarca, che è il più grande esportatore europeo di pellicce di visone e il secondo al mondo dopo la Cina. Nel settore lavorano quattromila danesi e secondo le stime del governo l’abbattimento di tutti gli animali degli allevamenti costerà allo stato fino a 785 milioni di euro, senza contare i risarcimenti promessi agli allevatori.

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Già in altri paesi europei, come la Spagna e i Paesi Bassi, un gran numero di visoni era stato ucciso per limitare la diffusione del coronavirus, ma non in misura simile a quanto deciso in Danimarca. Il secondo maggiore esportatore di pellicce di visone in Europa è la Polonia, ma in questo paese finora non sono stati segnalati casi di infezione da coronavirus tra gli animali. Invece in Svezia, dove alcuni casi sono stati trovati, proprio giovedì è stato deciso di introdurre alcune restrizioni per gli allevamenti, ma senza uccidere gli animali: non è stata trovata la stessa mutazione nel virus che ha allarmato le autorità danesi.

Non sono ancora stati pubblicati studi scientifici sulla mutazione del coronavirus trovata nei visoni danesi, quindi non si sa con certezza se potrebbe influire sull’efficacia dei futuri vaccini. Tuttavia, secondo un rapporto del governo di Frederiksen, il virus con la mutazione indebolisce in modo particolare le capacità di formare anticorpi. Il governo danese ha informato l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) della questione delle mutazioni: cercheranno di capirne di più insieme.

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