L’ATS di Milano non riesce più a tracciare tutti i contagi

Lo ha detto il direttore sanitario dell'agenzia a SkyTg24

(ANSA/ MATTEO CORNER)
(ANSA/ MATTEO CORNER)

Vittorio Demicheli, il direttore sanitario dell’ATS Milano, l’Agenzia di tutela della salute della città (l’equivalente di quelle che in altre regioni si chiamano ASL), intervenendo il 19 ottobre a SkyTg24 ha detto:

Non riusciamo a tracciare tutti i contagi, a mettere noi attivamente in isolamento le persone. Chi sospetta di aver avuto un contatto a rischio o sintomi stia a casa.

Demicheli ha spiegato che quello che preoccupa l’agenzia è che «non sappiamo esattamente quale sia la velocità con cui si può verificare il fenomeno (della diffusione dei contagi, ndr) in una grossa metropoli come Milano».  Nei giorni scorsi Demicheli aveva già anticipato che il sistema di tracciamento era andato in crisi: l’ATS aveva reclutato per il tracciamento tradizionale – quindi quello che si fa chiamando per telefono ciascun contatto di ogni persona risultata positiva – 150 assistenti sanitari, che però sembrano essere insufficienti.

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Avendo migliorato la capacità di fare i tamponi, e quindi di individuare i positivi anche tra gli asintomatici, e trovandoci in una situazione di non lockdown, il numero di contatti da chiamare per gli assistenti sanitari sta diventando sempre più alto. Il rischio è quindi non riuscire a interrompere in tempo le catene di contagio, permettendo a persone potenzialmente contagiose di continuare ad andare al lavoro e avere contatti sociali.