In Thailandia è stato un altro giorno di grandi proteste

Contro il governo e la monarchia, in un paese in cui il re è considerato una specie di divinità

(AP Photo/Wason Wanichakorn)
(AP Photo/Wason Wanichakorn)

In Thailandia, in particolare nella capitale Bangkok, migliaia di persone hanno partecipato a una nuova giornata di proteste contro il governo e la monarchia. Le proteste in Thailandia vanno avanti da luglio, ma quelle di oggi sono state raccontate come più grandi e vivaci di quelle degli ultimi giorni, e anche come più significative: il 19 settembre 2006 fu infatti il giorno del colpo di stato contro l’allora primo ministro Thaksin Shinawatra e, come ha scritto il Guardian, tra i manifestanti c’erano molti suoi ex seguaci, appartenenti a un gruppo noto come “camicie rosse”. Insieme a loro c’erano però anche molti studenti, che anche in questo caso hanno protestato usando i simboli di Harry Potter e Hunger Games.

Le nuove proteste – iniziate a giugno dopo la scomparsa in Cambogia di un attivista thailandese, su cui ancora non ci sono informazioni ufficiali – si sono allargate su più fronti e ora i manifestanti chiedono, in breve, che venga sciolto il governo guidato dal generale Prayuth Chan-o-cha, al potere dal 2014, che cessino le violenze nei confronti degli attivisti e che venga riscritta la costituzione, emanata dal governo militare dopo il colpo di stato del 2014.

Inoltre, nelle ultime settimane sono cresciute le proteste nei confronti della monarchia: una cosa piuttosto inusuale per un paese in cui il re è considerato una specie di divinità e dove per chi lo critica è previsto anche il carcere in base a una legge, fra le più severe al mondo, che punisce il reato di lesa maestà con pene fino a 15 anni.

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