C’è un promettente test rapido fai-da-te per il coronavirus

Consente di rilevare un'infezione da coronavirus in corso tramite un tester e un'app: è in attesa di essere approvato negli Stati Uniti

(Gauss)
(Gauss)

L’azienda di biotecnologie statunitense Cellex ha annunciato di avere terminato lo sviluppo di un nuovo test rapido, da utilizzare per rilevare la presenza del coronavirus con un kit fai-da-te, senza la necessità di sottoporsi al prelievo tramite tampone da fare analizzare in laboratorio. L’interpretazione del risultato può essere effettuata tramite un’applicazione, sviluppata in collaborazione con Gauss, un’azienda informatica specializzata in sistemi di intelligenza artificiale. Le due società confidano di potere portare sul mercato il loro test a breve, tramite un’approvazione di emergenza da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense che si occupa della sicurezza dei farmaci e dei dispositivi medicali.

Test PCR
Come abbiamo ormai imparato in questi mesi, il test più diffuso per rilevare la presenza del coronavirus implica sottoporsi a un prelievo di muco e saliva, tramite un tampone che viene poi analizzato in laboratorio alla ricerca del materiale genetico del virus (tecnica PCR). Il processo di analisi richiede macchinari costosi e diverse ore per essere portato a termine, cosa che non sempre rende possibile la rilevazione tempestiva del coronavirus nelle persone che potrebbero essere infette.

Test antigenico
Il test sviluppato da Cellex funziona in modo diverso: invece di cercare il materiale genetico del coronavirus, va alla ricerca di particolari proteine tipiche del virus. Si chiama “test antigenico” perché di fatto rileva la presenza di determinate sostanze estranee nel nostro organismo (con la parola “antigeni” si definiscono proprio le sostanze estranee presenti nel nostro corpo che provocano una reazione, con la conseguente produzione di anticorpi).

I test antigenici possono offrire risultati in pochi minuti e sono meno costosi rispetto a quelli PCR. Sono quindi più indicati per essere svolti su un alto numero di persone, ma hanno qualche problema di affidabilità. Semplificando: se un test antigenico è positivo il risultato è molto affidabile, se invece risulta negativo ci potrebbero essere problemi di falsi-negativi: la persona sottoposta al test è in realtà positiva al virus e l’analisi ha fallito nel rilevarlo. Per questo motivo con i test antigenici negativi si procede spesso a un test PCR – più affidabile in caso di esito negativo – per assicurarsi se l’individuo in esame sia o meno infetto.

Antigeni e anticorpi
I test antigenici non devono essere confusi con quelli sierologici che rilevano invece la presenza di anticorpi, ma non necessariamente un’infezione virale ancora in corso. I test antigenici e PCR sono come una fotografia: dicono se in quel momento si abbia o meno il coronavirus. I test sierologici indicano invece se si sia venuti in contatto o meno con il virus, in tempi recenti o più indietro nel tempo.

Il nuovo test rapido
Il test rapido sviluppato da Cellex rientra nella categoria dei test antigenici. Nel kit è presente un tampone, più piccolo di quelli impiegati per i test PCR, e che deve essere passato all’interno delle narici, senza raggiungere le parti più profonde del setto nasale. Il tampone deve essere poi inserito in una piccola provetta di plastica con un reagente, che dopo qualche minuto deve essere versato su un tester (una piccola scatola di plastica).

(Cellex / Gauss)

In circa 15 minuti, sul tester compaiono alcune linee colorate che devono essere fotografate tramite l’applicazione sviluppata da Gauss. L’app provvede ad analizzare l’immagine e in pochi secondi fornisce indicazioni per interpretare il risultato. L’idea è di sfruttare le capacità di riconoscimento delle immagini dell’applicazione per evitare letture scorrette del test, soprattutto nel caso in cui le linee sul tester siano poco visibili o forniscano un esito all’apparenza contraddittorio.

Cellex non è l’unica azienda ad avere sviluppato un test antigenico rapido. La canadese Sona Nanotech ha realizzato un sistema simile, senza applicazione, e ha fatto richiesta di approvazione da parte della FDA. Al momento i tempi di approvazione non sono chiari, perché molto dipende dalle evidenze scientifiche che le aziende forniscono per comprovare l’efficacia dei loro sistemi.

Negli ultimi mesi numerosi governi e istituzioni sanitarie hanno incentivato lo sviluppo di test rapidi per rilevare la presenza del coronavirus, con l’obiettivo di ridurre i tempi di analisi e la forte pressione sui laboratori, che analizzano incessantemente campioni ormai da mesi. Un sistema più rapido potrebbe consentire di tenere meglio sotto controllo le fasce di popolazione più a rischio, così come di rilevare nuovi focolai prima che causino un alto numero di nuovi contagi.

Non tutti sono però convinti che i test antigenici possano essere una buona soluzione, considerato il rischio di avere numerosi falsi negativi. Secondo alcuni osservatori, comunque, si potrebbero sottoporre i casi sospetti ai soli test antigenici, compensando con quelli PCR solo nel caso di esito negativo del test.