Una canzone dei Fixx

Un proclama, da riempirsene i polmoni quest'anno per ragioni nuove

(Scott Gries/Getty Images)
(Scott Gries/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
Stevie Nicks ha annunciato un film dal suo tour del 2017, che sarà nei cinema americani tra un mese.
(Ecco, quando facciamo quel gioco con Emilia, “i cinque concerti che non hai mai visto e che vorresti vedere”, ci devo mettere Stevie Nicks).

Less cities, more moving people

Dai tempi dei Beatles, vari periodi della storia della musica hanno visto gli americani innamorarsi della musica britannica, e gli ha fatto quasi sempre bene. Negli anni Ottanta furono conquistati spesso da pop e new wave che arrivavano in quel florido periodo. Uno dei casi più spettacolari fu Don’t you dei Simple Minds, che fu proposta loro per un film giovanile americano, Breakfast club, e che laggiù la stanno cantando ancora adesso che noi ne parliamo, da qualche parte. All’inizio però i Simple Minds non la volevano fare, perché non l’avevano scritta loro: quindi fu proposta ad altri britannici di cui gli americani andavano matti, ma rifiutarono tutti: Bryan Ferry, Billy Idol, e i Fixx.

Notate niente? Trova l’intruso? Chi sono i Fixx?

Non sono un intruso, perché pure i Fixx erano inglesi, e pure i Fixx andarono forte negli Stati Uniti. Solo che a differenza degli altri, andarono forte soprattutto là e ci si insediarono. In Europa infilarono qualche singolo in zone basse delle classifiche, ma se li ricordano in pochi.

E non è che adesso stia per dirvi che i Fixx sarebbero invece una delle grandi band sottovalutate del nostro tempo: no. Però volevo mettere nel contesto il pezzo vivace del giovedì, che è del 1984 e, oltre a un bell’andamento sostenuto con qualcosa di rockabilly, ha due cose notevoli. Una è il modo con cui il refrain precipita sulla strofa, scandito, proclamato, senza por tempo in mezzo. Uno slogan da manifestazione in strada, che viene voglia di intonare.
Less cities more moving people
Rushing out with pride
Less cities more moving people
Hands that once were tied

L’altra è l’idea di una canzone anti-urbana che, se sembra contestare una modernità irrigidita, in realtà col senno di poi è diventata una specie di annuncio della modernità, nel suo auspicare più gente in movimento.
Is this what we call education
Just watch the wheel of time revolve
But why is this not what I’m thinking
Just one mind and the unknown

Poi da un anno invece è ridiventata un auspicio per tutti noi.
Less cities more moving people!

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