Patrick Zaki ha potuto ricevere la visita di un familiare in carcere, la prima in cinque mesi e mezzo

Una piccola manifestazione di Amnesty International davanti all'ambasciata egiziana di Roma per chiedere la liberazione dello studente Patrick George Zaki (ANSA/Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)
Una piccola manifestazione di Amnesty International davanti all'ambasciata egiziana di Roma per chiedere la liberazione dello studente Patrick George Zaki (ANSA/Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)

Sabato lo studente egiziano Patrick George Zaki, arrestato all’inizio dell’anno all’aeroporto del Cairo in circostanze non chiare, ha rivisto un membro della sua famiglia per la prima volta in cinque mesi e mezzo. La notizia è stata diffusa dalla pagina Facebook Patrick Libero, che segue il caso: «Sua madre ha raccontato che Patrick sta bene. Ha perso un po’ di peso ed era leggermente diverso, ma in generale è in buona salute. Patrick ha chiesto per quanto ancora sarà detenuto infondatamente e si è mostrato preoccupato per lo stato dei suoi studi, che spera di poter riprendere al più presto».

Zaki ha 27 anni e circa un anno fa era andato a vivere a Bologna per il suo dottorato. Il 7 febbraio era tornato in Egitto per una breve vacanza nella sua città natale, Mansoura, ma una volta atterrato al Cairo era stato arrestato senza apparenti motivi. Poi era stato informato di essere accusato di aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, di aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano, di aver usato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica, e di aver istigato alla violenza e al terrorismo: tutte accuse che in Egitto di solito sono rivolte a dissidenti o persone critiche verso il governo.