Lionel Messi al termina di Barcellona-Bayern Monaco (Fernandez/Pool via Getty Images)

Il Barcellona si prepara a cambiare tutto

Il nuovo allenatore sarà soltanto uno dei tanti cambiamenti nella rifondazione chiesta dai soci dopo la peggior sconfitta subita in 74 anni

Tre giorni dopo la clamorosa e larghissima sconfitta subita per 8-2 contro il Bayern Monaco nei quarti di finale di UEFA Champions League, la dirigenza del Barcellona ha deciso – come ampiamente previsto – di esonerare l’allenatore spagnolo Quique Setién, che sarà rimpiazzato ufficialmente nelle prossime ore. La sostituzione dell’allenatore è soltanto il primo cambiamento che la società catalana – una delle più ricche e ammirate nel calcio mondiale – intraprenderà come effetto della peggior sconfitta subita dal 1946.

L’eccezionalità del risultato contro il Bayern ha reso inevitabile la rifondazione di cui si parla ormai da tempo. È infatti dal 2017 che il Barcellona subisce regolarmente larghe sconfitte e rimonte in Champions League, torneo che ha vinto cinque volte, l’ultima delle quali cinque anni fa. Nel 2017 perse 4-0 contro il Paris Saint-Germain – salvo poi ribaltare il risultato nel ritorno – e nel turno successivo fu eliminato dalla Juventus con un risultato complessivo di 3-0. L’anno dopo subì la rimonta della Roma nel memorabile 3-0 dello Stadio Olimpico, e nel 2019 ne subì un’altra, ancora più eclatante, in semifinale contro il Liverpool. A differenza degli anni passati, in questa stagione il Barcellona si è fatto rimontare anche in campionato, dal Real Madrid.

Secondo i giornali spagnoli, il nuovo allenatore del Barcellona sarà probabilmente uno tra Mauricio Pochettino e Ronald Koeman, due tecnici molto diversi fra loro. Pochettino è argentino, non allena da quando è stato esonerato dal Tottenham ed è stato giocatore e allenatore dell’Espanyol, l’altra squadra di Barcellona: anche per questo alcuni mesi fa disse scherzando di essere disposto a tornare in Argentina e lavorare in fattoria pur di non allenare il Barcellona.

L’altro candidato – e sembrerebbe favorito – è Koeman, uno dei più esperti e apprezzati allenatori europei degli ultimi decenni. Ha 57 anni, è l’attuale allenatore della nazionale olandese ed è già stato al Barcellona: come giocatore tra il 1989 e il 1995 e poi come allenatore della squadra riserve e assistente di Louis van Gaal. Con Koeman il Barcellona tornerebbe ad affidarsi a un suo ex giocatore, come ha fatto spesso negli ultimi decenni, con risultati solitamente positivi.

Ronald Koeman nel 2006 al Camp Nou come allenatore del Benfica (Stuart Franklin/Getty Images)

C’è poi il discorso legato alle prossime elezioni presidenziali del club. Il Barcellona è infatti una delle quattro squadre spagnole gestite tramite azionariato popolare. Le sue quote di maggioranza appartengono a 163.000 soci, i quali eleggono il presidente – e di conseguenza l’intera dirigenza – ogni sei anni. Le prossime elezioni sono in programma fra un anno, ma dopo la disastrosa sconfitta contro il Bayern Monaco sono in molti a chiedere che vengano anticipate di alcuni mesi.

All’attuale presidente, Josep Maria Bartomeu, vengono attribuite le maggiori responsabilità nel declino della squadra, risultato di progetti tecnici obsoleti, dello scarso utilizzo di giocatori provenienti dal famoso settore giovanile del club, la Masia, e di tanti acquisti sbagliati. Solitamente ogni candidato alla presidenza della squadra porta con sé un nuovo allenatore, ed è per questo motivo che il prossimo allenatore del Barcellona potrebbe rimanere in carica soltanto una stagione: si ritiene per esempio che uno dei candidati per il 2021, Victor Font, sia già d’accordo con Xavi Hernández, ex capitano del Barcellona attualmente allenatore in Qatar.

Si sta discutendo anche del futuro di Lionel Messi, capitano e simbolo del Barcellona, unica squadra della sua carriera. Secondo un giornale sportivo catalano, Messi avrebbe intenzione di lasciare il club entro la prossima stagione; altre fonti lo ritengono invece fra quelli che chiedono elezioni anticipate, considerando anche i suoi cattivi rapporti con l’attuale dirigenza, più volte criticata pubblicamente. Restano tuttavia soltanto indiscrezioni: quando ha parlato, Messi ha sempre ribadito il suo attaccamento alla squadra e alla città.

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