I dati della settimana sul coronavirus in Italia

I nuovi contagi continuano ad aumentare, ma il numero di casi di persone con sintomi «è sostanzialmente stazionario»

Nell’ultima settimana, tra venerdì scorso e giovedì, sono stati registrati in Italia 3.031 nuovi casi di coronavirus, un aumento del 48 per cento rispetto ai sette giorni precedenti, e del 67 per cento rispetto alla settimana ancora precedente. Era dalla fine di maggio che non si registrava un incremento settimanale superiore ai 3mila casi, ed è la quarta settimana di fila che i contagi sono in aumento, pur rimanendo ancora a livelli molto contenuti, sia se paragonati con i mesi iniziali della pandemia sia se confrontati con quelli attuali della maggior parte degli altri paesi europei, dalla Spagna alla Francia alla Germania, che stanno registrando incrementi più preoccupanti.

I dati settimanali sui contagi e i decessi offrono un quadro più completo e chiaro dell’andamento dell’epidemia, a differenza dei bollettini quotidiani che possono subire grandi variazioni a seconda che sia, per esempio, il weekend o un giorno infrasettimanale, e che comunque sono meno utili per individuare le tendenze.

Il dato settimanale sui nuovi decessi di persone che avevano contratto il coronavirus sta seguendo invece un andamento diverso rispetto a quello dei contagi: dopo un leggero aumento la settimana scorsa, è tornato a diminuire. Ne sono registrati 44 negli ultimi sette giorni, il secondo dato più basso dall’inizio dell’epidemia, dopo quello di due settimane fa.

Nel suo ultimo rapporto settimanale, l’Istituto Superiore di Sanità scrive che «il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, sebbene non in una situazione critica, continua a mostrare segnali di attenzione». L’ISS spiega che l’aumento di contagi registrati rispetto alla settimana precedente riguarda «soprattutto persone asintomatiche»: il numero di casi di persone che presentano sintomi «è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane», dice il rapporto. L’indice di trasmissione Rt calcolato sui soli casi sintomatici tra il 23 luglio e il 5 agosto 2020 è pari a 0.96.

Soltanto un terzo dei nuovi casi, scrive l’ISS, è stato infatti scoperto perché i pazienti manifestavano sintomi: un altro terzo è stato identificato con le attività di screening, cioè con normali attività di test routinari, e un altro terzo attraverso le attività di ricerca dei contatti.

La maggior parte dei nuovi casi riguarda focolai noti, che sono in tutto 925, 225 dei quali identificati nell’ultima settimana. Tra questi ce n’è stato uno a Vercelli che ha fatto registrare una quarantina di casi, tutti asintomatici: secondo i giornali i contagi sono avvenuti a una festa a cui era presente un imprenditore dominicano che non aveva rispettato la quarantena. In Veneto ci sono stati diversi casi di giovani contagiati rientrati dalle vacanze in Grecia e in Croazia, così come in Toscana. Sono stati scoperti altri casi positivi tra persone tornate da Malta. In Veneto rimane poi attivo il focolaio nel centro migranti di Treviso, dove sono stati registrati quasi 250 casi, tutti asintomatici o paucisintomatici, e ne è stato scoperto uno anche in un centro di accoglienza a Carrara e in un altro di Pozzallo, in Sicilia.

Ma ci sono ancora piccole catene di trasmissione la cui origine non è nota: dieci regioni hanno registrato un aumento dei casi che non è attribuibile all’arrivo di persone contagiate dall’estero o da altre zone d’Italia, secondo l’ISS.

Per quanto riguarda l’andamento dell’epidemia su base regionale, questa settimana sono più o meno costanti i casi registrati in Lombardia, che è stata superata per la prima volta negli ultimi mesi dal Veneto, che ha accertato più di 500 casi. Altre regioni che hanno registrato aumenti significativi sono il Lazio, la Liguria, il Piemonte, la Sicilia e la Toscana.

Il numero di test fatti negli ultimi sette giorni è stato un po’ inferiore rispetto alla settimana prima, ma in linea con quelli eseguiti negli ultimi due mesi.