Centinaia di americani stanno ricevendo pacchi di semi che non avevano ordinato

Probabilmente c'entra una truffa legata alle recensioni sui siti di e-commerce, ma le autorità invitano a non piantarli né mangiarli

Pacchetti di semi ricevuti da persone che non li avevano ordinati (Washington State Department of Agriculture)
Pacchetti di semi ricevuti da persone che non li avevano ordinati (Washington State Department of Agriculture)

Negli Stati Uniti e in Canada centinaia di persone hanno ricevuto per posta pacchi di semi che non avevano ordinato, provenienti dalla Cina a giudicare dalle etichette di spedizione. I dipartimenti dell’Agricoltura degli stati americani hanno avvisato chi li ha ricevuti di non aprirli e non mangiare né piantare i semi, che potrebbero essere di specie vegetali invasive. Su alcuni pacchetti c’era scritto che contenevano gioielli, su altri che all’interno c’era un giocattolo. Non si sa chi li abbia spediti e non è certo quale fosse il suo scopo, ma il dipartimento federale di Agricoltura (USDA) ritiene che sia una forma di truffa legata ai siti di e-commerce.

Non sarebbe una truffa ai danni di chi ha ricevuto i semi, ma un inganno rivolto a chi fa acquisti online. In inglese viene chiamata brushing scam, che si potrebbe tradurre come “truffa di facciata”. Funziona così: commercianti online che per vendere i propri prodotti usano grandi piattaforme di e-commerce, come Amazon, eBay, Alibaba o Etsy, assoldano altre persone (i cosiddetti brushers) per creare su questi siti falsi profili legati a indirizzi reali di altri paesi, e usarli per fare degli ordini sui negozi dei commercianti. Il fine ultimo è che i brushers facciano recensioni positive ai venditori, migliorando la loro reputazione online.

L’invio di pacchetti indesiderati – che tendenzialmente contengono cose di scarso o nessun valore – servirebbe solo per permettere ai commercianti di registrare vere spedizioni e quindi ai brushers di scrivere recensioni: per poterle fare bisogna effettivamente che il venditore abbia spedito qualcosa e che qualcuno lo abbia ricevuto. Il contenuto dei pacchetti è irrilevante, dato che le piattaforme di e-commerce non hanno modo di verificarlo. I semi sono stati scelti, probabilmente, perché sono molto leggeri e dunque economici da spedire.

Secondo uno studio del 2015 che ha analizzato il fenomeno delle truffe “di facciata” sui siti di e-commerce cinesi, i venditori che usano i servizi dei brushers possono migliorare la propria reputazione online dieci volte più velocemente dei venditori che usano metodi leciti per pubblicizzare la propria attività.

Martedì un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha detto che China Post, il servizio postale nazionale cinese che, a giudicare dalle etichette sui pacchetti di semi, si sarebbe occupato delle spedizioni, ha chiesto alla posta americana di rimandarli in Cina per condurre un’indagine. Ci sono rigide regole sulla spedizione di semi tra paesi diversi, dato che specie vegetali provenienti da diverse parti del mondo possono diventare invasive e dannose per l’ambiente se introdotte in altri ecosistemi.

Il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha diffuso alcune raccomandazioni su cosa fare nel caso si riceva uno di questi pacchetti: bisogna contattare le autorità competenti e consegnare loro i pacchetti, intatti; non bisogna buttarli via perché finendo in discarica i semi potrebbero anche germogliare e diffondere specie vegetali invasive; ovviamente non bisogna piantare i semi. Infine, anche se per il momento non sembra che chi ha ricevuto i semi abbia subito violazioni della privacy, sarebbe meglio verificare che i propri profili online, compresi quelli legati a conti bancari, non siano stati compromessi.