A Hong Kong sono stati arrestati quattro studenti grazie alla nuova legge sulla “sicurezza nazionale”

La polizia arresta un attivista durante una manifestazione contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale, in occasione del 23° anniversario del passaggio della città dal Regno Unito alla Cina il 1° luglio 2020 a Hong Kong. (Billy H.C. Kwok / Getty Images)
La polizia arresta un attivista durante una manifestazione contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale, in occasione del 23° anniversario del passaggio della città dal Regno Unito alla Cina il 1° luglio 2020 a Hong Kong. (Billy H.C. Kwok / Getty Images)

A Hong Kong, quattro studenti, tre uomini e una donna di età compresa tra i 16 e i 21 anni, sono stati arrestati con l’accusa di aver incitato sui social network alla secessione di Hong Kong dalla Cina. La notizia dell’arresto è stata confermata dalla polizia ed è stata interpretata dalle associazioni che si occupano di diritti civili in Cina come un segnale che la legge sulla “sicurezza nazionale”, approvata lo scorso giugno, verrà utilizzata per colpire direttamente gli attivisti che chiedono l’indipendenza e la democrazia ad Hong Kong.

Sophie Richardson, direttrice di Human Rights Watch (organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani) per la Cina,
ha detto che con questi arresti si chiarisce che la legge non servirà per «proteggere la sicurezza nazionale», ma per «mettere a tacere il dissenso». La polizia ha spiegato che le persone sono state arrestate per «la pubblicazione di contenuti sulla secessione e l’incitamento o il favoreggiamento ad altri per la secessione». Durante l’arresto gli ufficiali di polizia hanno sequestrato telefoni cellulari, computer e documenti.

Li Kwai-wah, sovrintendente del nuovo dipartimento di sicurezza nazionale della polizia di Hong Kong, ha detto che gli arresti sono stati effettuati dopo che la polizia aveva scoperto che sui social network era stato creato un gruppo legato a un’organizzazione che promuoveva l’indipendenza di Hong Kong. Secondo Li Kwai-wah, nei contenuti pubblicati si faceva riferimento al «paese di Hong Kong» e si scriveva che dovevano essere utilizzati «tutti i mezzi» per raggiungere l’indipendenza.