I magistrati che indagano su Trump potranno avere accesso alle sue dichiarazioni dei redditi

Lo ha deciso la Corte Suprema a larga maggioranza, dando ragione ai procuratori di New York

(Mark Wilson/Getty Images)
(Mark Wilson/Getty Images)

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso che il presidente statunitense Donald Trump dovrà fornire le proprie dichiarazioni dei redditi – che non ha mai voluto diffondere, nemmeno in campagna elettorale – ai procuratori dello Stato di New York che indagano su di lui, ma per il momento non al Congresso degli Stati Uniti, che pure ne aveva fatto richiesta. La decisione – che gli avvocati di Trump avevano cercato di evitare in tribunale – è stata presa da una maggioranza di sette giudici contro due. Hanno votato a favore anche i due giudici conservatori scelti da Trump, cioè Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh.

L’inchiesta di New York riguarda i soldi versati all’ex faccendiere e avvocato di Trump, Michael Cohen, affinché pagasse due donne per impedire loro di raccontare che avevano avuto una relazione con Trump. I magistrati sospettano che quei soldi siano stati versati usando i fondi del comitato elettorale di Trump, che sarebbe un reato. Per questo i procuratori dello stato di New York avevano richiesto di avere accesso ai dati fiscali di Trump.

Altre due richieste erano invece arrivate dalla Camera statunitense, controllata dai Democratici, convinta che Trump avesse violato le leggi sul finanziamento delle campagne elettorali. La Corte ha respinto questa richiesta sostenendo che la decisione debba essere presa dai tribunali federali, ma tenendo in grande considerazione il principio della separazione dei poteri e affermando che il potere di controllo e supervisione del Congresso sul governo non può essere assoluto.

Trump è l’unico presidente statunitense nella storia contemporanea a non avere diffuso la sua dichiarazione dei redditi durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali: in molti sospettano che voglia nascondere centinaia di milioni di dollari di perdite e di tasse non pagate – come già dimostrato alcuni mesi fa da una dettagliata inchiesta del New York Times – e alcuni versamenti imbarazzanti, come i soldi dati all’ex faccendiere Michael Cohen affinché impedisse a due donne che avevano avuto una relazione con Trump di parlarne in pubblico.