L’ex magistrato Antonio Savasta è stato condannato a 10 anni nel processo sul “sistema Trani”

L'ingresso del palazzo di giustizia a Bari in un'immagine del 10 luglio del 2015 (LaPresse/Donato Fasano)
L'ingresso del palazzo di giustizia a Bari in un'immagine del 10 luglio del 2015 (LaPresse/Donato Fasano)

L’ex magistrato Antonio Savasta è stato condannato in primo grado a 10 anni nel processo con rito abbreviato sul cosiddetto “sistema Trani”. Il sostituto procuratore Luigi Scimè, che ora è in servizio a Salerno, mentre all’epoca dei fatti lavorava a Trani, nell’omonima provincia Barletta-Andria-Trani, è stato condannato a 4 anni così come l’immobiliarista di Barletta Luigi Dagostino. Gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno sono stati invece condannati il primo a 4 anni e 4 mesi, mentre il secondo a 8 mesi.

Savasta e gli altri condannati erano accusati, a vario titolo, aver costituito un sistema di corruzione in cui gli imprenditori pagavano i magistrati per pilotare processi e indagini. Secondo la procura di Lecce al vertice del sistema corruttivo c’erano Savasta e l’ex giudice Michele Nardi, che verrà giudicato insieme ad altri quattro imputati in un diverso processo, con rito ordinario.

A Savasta sono stati contestati 14 capi di imputazione fra cui l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e alla truffa, la calunnia, il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, il falso in atto pubblico e l’induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. La Procura di Lecce aveva chiesto per lui una condanna a 10 anni e 8 mesi.