Per il Consiglio di Stato il “modello Riace” di accoglienza dei migranti era «encomiabile»

L'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano durante la manifestazione conclusiva della campagna elettorale della lista "Il cielo sopra Riace" alle ultime elezioni amministrative, il 24 maggio 2019 (ANSA/MARCO COSTANTINO)
L'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano durante la manifestazione conclusiva della campagna elettorale della lista "Il cielo sopra Riace" alle ultime elezioni amministrative, il 24 maggio 2019 (ANSA/MARCO COSTANTINO)

Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar della Calabria che nel maggio del 2019 aveva annullato il provvedimento con cui il ministero dell’Interno, allora guidato da Matteo Salvini, nel 2018 aveva escluso la città di Riace, in Calabria, dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo, in pratica mettendo fine al “modello Riace” di accoglienza dei migranti voluto dall’ex sindaco Domenico “Mimmo” Lucano.

Secondo i giudici «che il modello Riace fosse assolutamente encomiabile negli intenti e anche negli esiti del processo di integrazione è circostanza che traspare anche dai più critici tra i monitoraggi compiuti». Il Consiglio di Stato ha ricordato inoltre che, a dimostrazione che il sistema di accoglienza funzionava, c’è anche una «relazione positiva» arrivata dalla prefettura di Reggio Calabria e che il ministero non avrebbe potuto escludere Riace dallo Sprar senza prima inviare una diffida.