Cosa serve per fare i cocktail in casa

Dallo shaker al pestello per il Mojito, con qualche consiglio per orientarsi tra le forme dei bicchieri e trovare nuove ricette

Leonardo DiCaprio in una scena di Il Grande Gatsby (2013)
Leonardo DiCaprio in una scena di Il Grande Gatsby (2013)

Negli ultimi mesi, il consumo di alcolici che prima si faceva nei bar e nei ristoranti si è spostato nei salotti e nelle cucine delle case. E infatti, da quando in molti paesi sono entrate in vigore le restrizioni per evitare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2), le aziende che vendono cocktail “confezionati”, come quelli in busta di Nio Cocktails, o quelli in lattina molto diffusi negli Stati Uniti, hanno registrato un grosso incremento nelle vendite. Allo stesso tempo sono aumentate anche le vendite di alcolici e superalcolici al supermercato, forse perché a qualcuno è venuta voglia di provare a preparare in casa alcuni cocktail che prima beveva solo nei locali. Può sembrare facile, ma non è molto diverso dall’imparare a cucinare bene una qualsiasi altra cosa.

Per chi ha deciso di trasformare questa nuova abitudine in un hobby da coltivare anche ora che i bar hanno riaperto, ci sono alcune cose da sapere e alcuni acquisti che si possono fare. Alcuni strumenti per fare cocktail sono considerati necessari e sono difficilmente sostituibili con cose che si potrebbero già avere in cucina; altri invece non sono indispensabili, ma quando si hanno ospiti a cena aiutano a fare bella figura. La prima cosa da capire è se il cocktail lo preferite «agitato, non mescolato» come James Bond, o solo miscelato come il celebre White Angel di Colazione da Tiffany, a base di gin e vodka. Nel dubbio, comunque, cominciate a preparare il ghiaccio.

– Leggi anche: I cocktail sono una cosa da donne

Shaker
È lo strumento principale per la preparazione di cocktail “agitati” (shaker in inglese si tradurrebbe con “agitatore”) che prevedono il miscuglio di bevande alcoliche e ingredienti densi come albumi, creme o succhi. Lo shaker infatti è fatto apposta per essere riempito, chiuso e scosso per 10-20 secondi circa. Ce ne sono di diversi tipi: il Cobbler, più usato dai principianti, e il Boston, preferito dai professionisti. Ci sono anche i French shaker, che però sono poco utilizzati. Il Cobbler shaker è composto da tre pezzi: una bottiglia di metallo, un tappo e uno strainer, cioè un colino di metallo che serve per filtrare il cocktail prima di versarlo.

Il motivo per cui i professionisti preferiscono non usare il Cobbler è che è più facile che perda liquido quando lo si agita. Invece il Boston shaker, che è composto solo da due bicchieri di metallo di misure diverse da incastrare l’uno nell’altro, si sigilla perfettamente e permette di agitare la bevanda senza rischio che esca. Il Boston però non ha lo strainer, che andrebbe comprato a parte, e richiede un po’ più di manualità perché va ogni volta incastrato e poi disincastrato nel modo giusto.

Dopo diverse ore di test, Wirecutter, l’autorevole sito di recensioni del New York Times, ha scritto che l’unico Cobbler che non perde liquidi è quello di Usagi: su eBay si trova a 29 euro più la spedizione. Se invece volete cominciare subito facendo sul serio, il Boston shaker consigliato da Wirecutter è di Koriko e si trova a 18 euro più la spedizione su Cocktail Kingdom, un negozio online di attrezzature professionali per bar che consegna molto velocemente, ma ha costi di spedizione per l’Italia un po’ alti. Il sito di recensioni The Strategist, che ha fatto una selezione degli shaker più belli e funzionali in commercio, consiglia anche questo in vetro di Kotai, un marchio di oggetti per la cucina a metà tra il design giapponese e la tradizione europea.

Mixing glass
Per i cocktail miscelati, quelli composti soprattutto da sostanze liquide che non richiedono particolare forza per essere mischiati, al posto dello shaker si può usare un bicchiere qualsiasi, purché abbastanza grande da contenere tutto. Oppure potete procurarvi un mixing glass fatto apposta, con le pareti dritte, la base rinforzata e un beccuccio per versare il cocktail alla fine.

Per mischiare gli ingredienti tra di loro senza agitare tutto il composto, esistono degli appositi cucchiai col manico molto lungo che permettono di arrivare fino al fondo e muovere delicatamente anche eventuali cubetti di ghiaccio. Il più consigliato da Wirecutter si trova su Cocktail Kingdom a 19 euro.

Colino
Se usate uno shaker o un mixing glass che non ha lo strainer incorporato, potete acquistarne uno a parte, ma potete anche usare un normale colino per il tè. Lo strainer infatti serve a filtrare eventuali pezzi di ghiaccio, di erbe o di frutta ed evitare che finiscano nel bicchiere da cui poi andrà bevuto. Questo di Oxo, che su Amazon costa 17 euro, ha la bobina (una specie di molla che filtra il liquido quando lo si versa) fitta e resistente, e in generale sembra di qualità migliore rispetto a quella di altri prodotti. Va semplicemente appoggiato sul bicchiere o sullo shaker e tenuto fermo col dito indice (sul pezzo di plastica nero) al momento di versare.

Misurino
Come in tutte le ricette, per ottenere un risultato di sapori bilanciato è fondamentale stare attenti alle quantità. Visto che si tratta quasi sempre di piccole quantità di liquidi, i professionisti usano dei misurini appositi, detti anche jigger: Wirecutter ne consiglia uno di OXO che ha come unità di misura millilitri, cucchiai (tsp) e once liquide (usate nei paesi anglosassoni, equivalgono a circa 29,6 millilitri). Costa 6 euro.

Se preferite il  misurino con la tipica forma a clessidra invece, non vi conviene prendere quello di OXO perché non ha i millilitri, ma in commercio se ne trovano comunque moltissimi: per esempio uno dei meglio recensiti su Amazon è questo e costa 10 euro.

Pestello
In alcuni cocktail gli ingredienti vanno pestati in modo che liberino naturalmente il loro aroma: per esempio nel Mojito la menta e lo zucchero di canna andrebbero pestati lungo le pareti del bicchiere prima di versarci tutto il resto. In commercio esistono moltissimi pestelli e non ce n’è uno che si distingua per qualità: tra gli altri ci sono il Bad ass di Cocktail Kingdom (13 euro e 50) e quello di OXO (28 euro più la spedizione), ma se ne trovano anche a molto meno. La maggior parte dei professionisti intervistati da Wirecutter dice che è preferibile un pestello con il fondo liscio perché quelli dentati rischiano di lacerare le foglie e rendere i cocktail troppo amari. Dopo aver messo gli ingredienti nel bicchiere, il pestello va usato premendo e torcendo un po’ il polso.

Spremiagrumi
Chi ha già in casa uno spremiagrumi di qualsiasi tipo può naturalmente usarlo anche per le spremute di agrumi da versare nei cocktail. Lo spremiagrumi da cocktail però è uno strumento comodo per spremere la giusta quantità di succo, versarla direttamente nello shaker senza fare travasi e fare una figura più elegante davanti a eventuali ospiti. Il preferito dai baristi secondo le interviste di Wirecutter è questo e costa 25 euro.

Libri
Online si trovano moltissime ricette e idee per fare cocktail un po’ diversi dai soliti. Una prima lista da consultare è sicuramente quella ufficiale dell’International Barman Association (IBA), l’organizzazione ufficiale che sul suo sito indica anche quali sono le dosi e le ricette di ciascuna bevanda. Molti li trovate anche nel libro I cocktail mondiali –  Tutti i cocktail approvati dall’IBA (18 euro), che però è aggiornato al 2013.

Un altro ricettario per principianti famoso è Il botanico ubriaco (29 euro), dove l’autrice Amy Stewart ripercorre con racconti, ricette e illustrazioni la storia e la scienza di tutte le erbe e i frutti che siano mai stati usati per fare bevande alcoliche. Jim Meehan invece è uno dei più famosi barman del mondo e ha scritto un manuale con oltre cento ricette, ma anche molte dritte e consigli di altro tipo per chi vuole lavorare nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità.

– Leggi anche: Cosa c’è nei cocktail più famosi

Bicchieri
Teoricamente, ogni cocktail ha un suo bicchiere ideale, cioè quello la cui forma e capienza sono più adatte a rendere bene il gusto, la temperatura e l’aspetto estetico del contenuto. Tra i professionisti, infatti, la presentazione dei cocktail è un aspetto imprescindibile per ottenere un buon risultato: fette di agrumi, olive, ciliegie, spezie e pezzi di frutta contribuiscono a dare sapore alla bevanda, ma sono anche fondamentali elementi scenografici. L’oliva nel Martini, per esempio, è diventato un simbolo universale di raffinatezza ed eleganza.

Visto che potenzialmente i bicchieri per i cocktail sono infiniti (per esempio il Moscow Mule ne ha uno suo, e la Piña Colada anche), The Strategist ha intervistato alcuni esperti e ha fatto una selezione dei bicchieri più versatili che può essere comodo avere in casa. Il primo tipo e uno dei più comuni è l’highball, un bicchiere alto e sottile simile al Collins (che è ancora più alto e più stretto). Entrambi vanno bene per cocktail come il Gin Tonic, il Long Island e il Tom Collins, appunto. Modelli semplici di bicchieri highball sono il Classico o lo Strauss di Luigi Bormioli (entrambi sotto i 30 euro per 6 pezzi).

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Il bicchiere a coppa si è diffuso molto nei bar e ha in parte sostituito la coppetta da Martini, molto elegante ma anche molto scomoda perché il cocktail rischia di fuoriuscire a ogni movimento ed è praticamente impossibile mescolarlo senza versarlo. La coppa ― la stessa usata anche per lo champagne ― va molto bene per cocktail senza cubetti di ghiaccio come il Manhattan, il Margarita (anche se spesso si trova in un bicchiere apposta a forma di sombrero messicano) e il Cosmopolitan. Sempre sul sito di Luigi Bormioli, che fa spedizioni gratuite dai 65 euro in su, la confezione da 4 coppe costa 24 euro; altrimenti le coppe di Schott Zwiesel in cristallo Tritan si trovano sia su Amazon a 37 euro più la spedizione, che su eBay a 35 euro più la spedizione. Su Cocktail Kingdom sei coppe del marchio Nick and Nora costano 34 euro. Per coppe un po’ più particolari, c’è una ricca selezione su Westwing.

Il tumbler è il bicchiere basso cilindrico pensato per tutti i cocktail “on the rocks”, cioè con molto ghiaccio, come l’Americano, il Negroni e il Black Russian. Viene anche chiamato old fashioned come il celebre cocktail statunitense a base di whisky americano, bitter, zucchero e acqua: quello che beve sempre Don Draper, il protagonista della serie Mad Men. Sul sito di Luigi Bormioli quattro bicchieri del modello Bach costano 21 euro e 50, 6 del modello Top Class 20 euro e 6 del modello Strauss 27 euro.

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Se invece volete qualcosa di più particolare, su Westwing ci sono questi col fondo colorato (6 per 27 euro) oppure sul sito di Zara Home questi intagliati (4 euro l’uno). Una redattrice consiglia anche quelli di Ichendorf Milano con dentro le caratteristiche sculture in vetro colorato.

– Leggi anche: Come si fanno sei famosi cocktail dei film

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.