• Mondo
  • Lunedì 11 maggio 2020

Seul ha richiuso bar e locali

La capitale sudcoreana ha introdotto le nuove misure a causa di un significativo aumento di casi positivi, mostrando quanto sia difficile tornare alla normalità

Seul, Corea del Sud (Chung Sung-Jun/Getty Images)
Seul, Corea del Sud (Chung Sung-Jun/Getty Images)

Sabato il sindaco di Seul, capitale della Corea del Sud, ha ordinato la chiusura di più di duemila bar e locali in città a causa di un nuovo significativo aumento di contagi da coronavirus.

Per settimane la Corea del Sud aveva fatto registrare una diminuzione del numero di nuovi casi positivi giornalieri, mostrandosi come un modello per diversi altri paesi grazie ai moltissimi tamponi e a una politica aggressiva di “contact tracing”, tracciamento dei contatti dei casi positivi. Per giorni, inoltre, non c’erano stati casi accertati di trasmissione locale del virus. L’ultima decisione del sindaco di Seul, ha scritto il Wall Street Journal, ha quindi mostrato come sia difficile tornare a una situazione di normalità, anche in un paese in cui la gestione dell’epidemia è stata ottima fin dall’inizio.

Più di 50 nuovi casi registrati a Seul negli ultimi giorni sono stati legati a un uomo di 29 anni che in una sola notte, durante lo scorso fine settimana, era entrato in cinque locali e bar del popolare quartiere Itaewon.

Le autorità hanno ricostruito la catena dei contatti dell’uomo, usando le transazioni della sua carta di credito e i video girati dalle telecamere a circuito chiuso dei locali. Le persone individuate – che potevano avere avuto contatti con l’uomo, o con qualcuno con cui l’uomo era stato in contatto – sono state 5mila, ma solo una parte è stata rintracciata. I locali visitati dall’uomo erano tra i più popolari gay club di Seul, ed è possibile che molti clienti avessero lasciato informazioni false all’entrata, per evitare di essere individuati: la Corea del Sud è infatti considerata un paese molto chiuso e conservatore per quanto riguarda i diritti e le libertà delle persone omosessuali.

L’uomo era poi risultato positivo al test mercoledì scorso, lo stesso giorno in cui il governo sudcoreano aveva invitato i propri cittadini a tornare a uscire e socializzare, iniziando “una nuova vita di tutti i giorni convivendo con la COVID-19”, la malattia provocata dal coronavirus.

Sabato il sindaco di Seul, Park Won-soon, ha introdotto quindi le nuove misure restrittive per la città, nel tentativo di fermare la diffusione del contagio. Ha vietato assembramenti in locali, bar e altri luoghi d’intrattenimento, e ha aggiunto che chi violerà la legge subirà severe punizioni, incluse le multe. «La negligenza può portare a un’esplosione delle infezioni. Gli sforzi fatti finora dai cittadini e dagli operatori sanitari potrebbero diventare polvere in un momento», ha detto Park. Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, ha detto che l’aumento significativo di casi a Seul mostra come «anche durante la fase di stabilizzazione, situazioni simili possano succedere in qualsiasi momento e in qualsiasi posto chiuso e affollato».

Finora la Corea del Sud ha fatto registrare quasi 11mila casi positivi e 256 morti a causa del coronaviurs.