Chi sono i “congiunti” a cui si può fare visita, secondo il governo

Nelle attese risposte alle domande frequenti ha usato l'espressione «stabile legame affettivo», senza chiarire granché

(Ansa/Matteo Corner)
(Ansa/Matteo Corner)

Sabato pomeriggio il governo ha pubblicato le F.A.Q. (risposte a domande frequenti) per chiarire meglio il contenuto dell’ultimo decreto sulle restrizioni legate al coronavirus, in vigore dal 4 maggio. Tra i vari punti, il più atteso era quello che specifica meglio chi sono i “congiunti” a cui si potrà fare visita.

I “congiunti” cui fa riferimento il DPCM ricomprendono: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge).

È quindi confermata, per indicare quelle persone che si potrà incontrare pur non essendo ufficialmente parenti, l’espressione «stabile legame affettivo», che indica fidanzati e partner. In serata fonti di governo, attraverso i giornali, hanno fatto sapere che «gli amici» non rientrano in questa categoria. Rimangono comunque molti dubbi dei giorni scorsi: non essendo dimostrabile con dei documenti, sarà sostanzialmente impossibile verificare durante un eventuale controllo se la persona a cui si sta facendo visita rientra in questa categoria. Non è quindi chiaro come funzionerà, anche se sembra evidente che queste formulazioni sono un modo per invitare i cittadini a vedere soltanto le persone a cui si è strettamente e fortemente legati, rimandando tutti gli altri incontri sociali.

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Con “affini fino al quarto grado”, invece, il governo ha chiarito che si può fare visita ai parenti acquisiti più stretti, come i suoceri.

Il governo aggiunge che «è comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio», raccomandando che «in occasione di questi incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie».

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