Negli Stati Uniti è stato autorizzato l’uso del remdesivir contro il coronavirus nei malati ricoverati in ospedale

 (Ulrich Perrey/dpa-POOL/dpa via ANSA)
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Venerdì la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza di cibo e farmaci, ha annunciato di aver autorizzato l’uso del farmaco antivirale remdesivir nei malati di COVID-19 ricoverati in ospedale. Secondo uno studio fatto su 1.063 pazienti in diverse parti del mondo, il remdesivir può aiutare i malati di COVID-19 a riprendersi più in fretta: i pazienti trattati con remdesivir hanno avuto in media tempi di recupero di 11 giorni, contro i 15 giorni di quelli trattati con il placebo. I pazienti del gruppo con remdesivir hanno inoltre fatto registrare un tasso di letalità intorno all’8 per cento contro il quasi 12 per cento del gruppo che ha ricevuto il placebo, anche se in questo caso il test non ha portato a risultati statisticamente rilevanti.

Il remdesivir è un farmaco antivirale di recente introduzione, sviluppato negli anni delle epidemie causate dall’Ebola in Africa occidentale tra il 2013 e il 2016. La sua sperimentazione aveva portato a risultati che sembravano incoraggianti, ma un suo impiego su più grande scala contro l’Ebola rivelò una scarsa efficacia rispetto ad altre soluzioni. Il farmaco era stato anche sperimentato per trattare alcuni casi di SARS e MERS, sindromi respiratorie causate da altri coronavirus, con buoni risultati.

Daniel O’Day, amministratore delegato di Gilead Sciences, l’azienda farmaceutica produttrice del remdesivir, ha detto che 1,1 milioni di fiale del farmaco saranno donate agli ospedali. Secondo le indicazioni della FDA, il remdesivir deve essere somministrato per via endovenosa una volta al giorno per dieci giorni.