• Italia
  • Questo articolo ha più di tre anni

Il tribunale di Ferrara ha definito «discriminatori» i criteri del Comune per concedere i buoni spesa solo agli stranieri con permesso di soggiorno

Il tribunale di Ferrara ha stabilito che i criteri scelti dal comune di Ferrara per assegnare i buoni spesa durante la crisi per il coronavirus rappresentano «una condotta discriminatoria». La delibera indicava tra i requisiti necessari per ottenere i buoni spesa la residenza nel comune e il possesso del permesso di soggiorno per gli stranieri extracomunitari. Il tribunale di Ferrara ha però accolto un ricorso presentato da Asgi (Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione) insieme a sindacati e associazioni del territorio, e ha inoltre ordinato all’amministrazione di riformulare i criteri di assegnazione dei buoni spesa, da legare solo alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale, senza ordine di priorità tra cittadini italiani, appartenenti all’Unione Europea o extracomunitari.

Nell’ordinanza in cui la delibera viene definita discriminatoria, il giudice del tribunale di Ferrara Mauro Martinelli chiarisce che «l’assistenza e la solidarietà sociale devono, dunque, essere riconosciute non solo al cittadino, ma anche allo straniero».

Pubblicità

Il sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, sulla sua pagina Facebook, ha definito la decisione «assurda» e «un attacco vero e proprio all’Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse, e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo». Per Fabbri la decisione del giudice «mette a rischio i buoni spesa per tantissime famiglie e beffa le categorie produttive che hanno costruito il welfare del Paese».