(ANSA/UFFICIO STAMPA MIROGLIO)

La risposta dei grandi paesi europei alla crisi economica

Si basa ovunque su tre priorità – evitare licenziamenti, sostenere famiglie e imprese, garantire i prestiti – ma nessuno per ora sta spendendo più della Germania

La recessione causata dalla pandemia di COVID-19 sarà probabilmente la peggiore e più profonda da un secolo a questa parte, e colpirà l’Europa con particolare durezza. Secondo le stime più diffuse, la perdita di PIL nel continente potrebbe avvicinarsi al 10 per cento, e nei paesi più colpiti potrebbe superare questa cifra. L’Unione Europea finora non ha messo in atto una strategia complessiva (anche se si comincia a parlare di iniziative come una “cassa integrazione europea“) ma la BCE, la Banca Centrale Europea, è già intervenuta per sostenere le grandi spese dei singoli paesi.

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Gli interventi adottati dai principali paesi europei sono tutti abbastanza simili, e si muovono intorno a tre filoni: proteggere i posti di lavoro (utilizzando strumenti simili alla cassa integrazione italiana), impedendo i licenziamenti e aiutando le imprese a pagare gli stipendi; facilitare il credito alle imprese da parte delle banche; sostenere i redditi delle famiglie.

Non è facile stimare la reale estensione di questi interventi, molto vari e complessi e dall’impatto sulle finanze pubbliche non sempre chiarissimo. Secondo le stime del centro studi Bruegel, la Germania surclasserà il resto d’Europa nel suo intervento per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia, con una spesa totale – tra interventi diretti e garanzie – pari al 50 per cento del PIL. Seguono Francia e Italia, con una spesa tra il 25 e il 20 per cento del PIL. Il Regno Unito spenderà meno del 20 per cento, mentre la Spagna poco più del 10 per cento. Ovviamente tutti questi piani sono da considerare parziali e soggetti a revisioni: il governo italiano, per esempio, ha già detto che intende approvare nuove leggi e stanziare nuove risorse oltre a quelle già decise.

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Italia
L’Italia è stato il primo paese europeo a essere colpito dalla pandemia ed è stato il primo ad approvare un piano di interventi economici, il cosiddetto decreto “Cura-Italia”, a cui – probabilmente già questa settimana – ne seguirà un secondo con nuovi interventi (è già stato annunciato l’aumento del fondo destinato alle garanzie pubbliche). Il primo pacchetto di aiuti comprende:

Germania
La Germania ha abbandonato la politica di “deficit zero” che – tra numerose critiche internazionali – aveva seguito per gran parte della grande crisi e degli anni successivi. Il governo tedesco si appresta così a spendere in deficit per circa il 10 per cento del PIL nel 2020. Il piano approvato alla fine di marzo include:

Francia
Il governo francese è intervenuto in maniera molto simile a quello italiano e lo ha fatto a breve distanza. I principali interventi contenuti nel pacchetto di aiuti per il momento includono:

Spagna
La Spagna è economicamente il più piccolo tra i grandi paesi europei, ma per il momento è anche tra i più colpiti dalla pandemia e uno di quelli che rischiano di pagarne le conseguenze peggiori a lungo termine. La sua economia, infatti, è la più dipendente dal turismo, uno dei settori la cui ripresa è destinata a tardare più a lungo. Ecco i principali interventi annunciati dal governo per il momento:

Regno Unito
Il governo britannico ha annunciato misure simili a quelle dei governi dell’Unione, ma ha fornito pochi dettagli e poche cifre. L’impatto delle misure quindi è stato stimato da esperti e giornalisti. Nuove misure con ogni probabilità saranno annunciate nei prossimi giorni. Nel frattempo, gli interventi già annunciati comprendono:

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