Un tribunale pakistano ha annullato la condanna a morte per Ahmed Omar Saeed Sheikh, accusato di aver ucciso il giornalista Daniel Pearl nel 2002

Ahmed Omar Saeed Sheikh, nel 2002 (AP Photo/Zia Mazhar, file)
Ahmed Omar Saeed Sheikh, nel 2002 (AP Photo/Zia Mazhar, file)

Un tribunale pakistano ha annullato la condanna a morte per Ahmed Omar Saeed Sheikh, terrorista britannico di origini pakistane che era stato condannato nel 2002 per aver rapito e ucciso in Pakistan il giornalista statunitense del Wall Street Journal Daniel Pearl.

Pearl venne rapito il 23 gennaio 2002 da un gruppo di fondamentalisti islamici che lo avevano accusato di essere un agente della CIA e fu ucciso nove giorni dopo. Il 21 marzo del 2002 Ahmed Omar Saeed Sheikh e altre tre persone erano state accusate dell’omicidio e nel luglio successivo Sheikh fu condannato a morte e gli altri all’ergastolo.

Sheikh aveva fatto ricorso in appello e il 2 aprile di quest’anno la Corte di appello di Karachi ha stabilito che Sheikh è colpevole solo di rapimento, e lo ha condannato a 7 anni di carcere: Sheikh non sconterà però la pena, dato che ha trascorso già 18 anni in carcere. Anche le altre tre persone accusate di aver partecipato all’omicidio di Pearl sono state assolte.

Negli ultimi anni erano sorti molti dubbi circa la partecipazione di Sheikh al rapimento e all’omicidio di Pearl, e lui stesso aveva sostenuto che le confessioni fatte al momento dell’arresto erano state ottenute con la tortura. Inoltre l’omicidio di Pearl era stato anche rivendicato da Khalid Mohammed, considerato “il numero due di al Qaida”, attualmente detenuto a Guantanamo. Secondo un rapporto realizzato nel 2011 dalla Georgetown University, Sheikh avrebbe partecipato al rapimento, e avrebbe voluto sfruttare Pearl per ottenere un riscatto. Alla fine, però, su pressione di Mohammed lo avrebbe consegnato ad al Qaida, che poi lo avrebbe ucciso.