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  • Sabato 28 marzo 2020

La quarantena di Ernest Hemingway, con moglie e amante

A causa della malattia del figlio piccolo: sopravvissero tutti, tranne il matrimonio

Ernest Hemingway con suo figlio Bumby 
(John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)
Ernest Hemingway con suo figlio Bumby (John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)

Qualcuno di voi starà sicuramente sopportando convivenze spiacevoli e faticose, dovendo restare chiuso in casa per limitare il contagio da coronavirus. Per consolarvi potete leggere di quando lo scrittore Ernest Hemingway si ritrovò in quarantena con il figlio malato, la moglie con cui era in crisi e l’amante. Potete consolarvi anche di più sapendo che, anni dopo, descrisse quell’ambiente come «uno splendido posto per scrivere», e fu infatti in quel periodo che corresse le bozze e concluse Fiesta (The Sun Also Rises).

La vicenda è stata raccontata sul sito Town and Country da Lesley Blume, scrittrice e giornalista autrice del libro Everybody Behaves Badly, in cui racconta la storia dell’ideazione e della pubblicazione di Fiesta. Ah, se in questi giorni vi siete imbattuti in una divertente lettera scritta a Hemingway dallo scrittore e amico Francis Scott Fitzgerald, in cui raccontava di come affrontava l’isolamento dovuto all’influenza spagnola nel 1920, sappiate che è stata spacciata sui social come autentica ma è una parodia dello scrittore Nick Farriella pubblicata sul sito letterario McSweeney’s.

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Nell’estate del 1926 Hemingway aveva 27 anni, era sposato con la prima delle sue quattro mogli, Hadley Richardson, con cui aveva un figlio di tre anni, John Hadley Nicanor, soprannominato Bumby. Richardson aveva otto anni più di lui e veniva da una famiglia apprensiva di St. Louis, in Missouri: suo padre si era suicidato dopo una crisi finanziaria e la madre aveva passato il resto del tempo a proteggerla, giudicandola troppo fragile per qualsiasi cosa. Lei passò la vita ad accudire la madre fino a quando morì; pochi mesi dopo andò a trovare un’amica a Chicago che la presentò a Hemingway. Lui si infatuò di lei e dopo un anno di corteggiamento, nel 1921, si sposarono.

Richardson aveva una piccola eredità e dopo il matrimonio i due si trasferirono a Parigi, dove Hemingway sperava di iniziare una brillante carriera da scrittore. Qui conobbero e frequentarono molti altri artisti e scrittori espatriati, come James Joyce, Ezra Pound, Gertrude Stein, Fitzgerald e sua moglie Zelda e tutto l’ambiente della libreria Shakespeare & Co. Hemingway era alle prese con la stesura di Fiesta, aveva dissipato una bella fetta del patrimonio di Hadley e si era anche trovato un’amante, Pauline Pfeiffer, una giornalista di Vogue.

«Hadley era una ragazza dalle risorse modeste, Pauline era un’ereditiera; Hadley era una tipa casalinga e mansueta, Pauline era una raffinata giornalista di Vogue con una personalità comandina», scrive Blume. Richardson scoprì il tradimento in primavera e ne chiese conto a Hemingway, che si infuriò con lei dicendole che non ci sarebbe stato nessun problema se lei non avesse portato la cosa alla luce del giorno. Decisero di tirare avanti ma Hemingway non aveva intenzione di lasciare l’amante, che divenne una figura sempre più presente.

Ernest Hemingway, Hadley Richardson e “Bumby” nel loro appartamento a Parigi
(Collection. John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston)

A inizio maggio Hemingway andò a Madrid a guardare le corse dei tori e Richardson lasciò Parigi per Cap d’Antibes, nel sud della Francia, ospite di Sara e Gerald Murphy, due ricchi americani che animarono la vita culturale della Riviera francese ospitando e finanziando scrittori e artisti come i Fitzgerald, Pablo Picasso, John Dos Passos, Jean Cocteau e molti altri. Bumby aveva da giorni la febbre e una brutta tosse e i genitori erano convinti che un po’ di aria sana del sud della Francia gli avrebbe fatto bene.

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In realtà la tosse peggiorò e i Murphy, che avevano tre figli, chiamarono preoccupati il loro medico: scoprì che Bumby aveva la pertosse, una malattia batterica molto contagiosa che provoca una tosse molto forte, fino al vomito e a difficoltà a respirare. Su ordine del medico, Richardson e Bumby vennero allontanati e messi in quarantena e i Fitzgerald, che si trovavano a Cap d’Antibes, offrirono loro una casa che avevano affittato nei paraggi. Gerald Murphy avvisò Hemingway per rassicurarlo mentre Richardson si lamentava in una lettera che loro e i Fitzgerald «si tengono a grande distanza da noi untori» ma che mandavano sempre provviste per aiutarli.

La tata di Bumby si precipitò da Parigi e qualche giorno dopo arrivò anche un’altra inaspettata compagnia: l’amante di Hemingway, che aveva avuto la pertosse da piccola ed era quindi immune. In una lettera Richardson scrisse a Hemingway che lei stessa aveva invitato Pfeiffer «a fermarsi se voleva», e che sarebbe stata «una storiella magnifica per tutti se tu, io e Fife trascorressimo l’estate insieme in Riviera». Hemingway si rassegnò a lasciare Madrid e il 27 maggio le scrisse che l’avrebbe raggiunta il prima possibile.

Hemingway si ritrovò così in una casa con due letti insieme alla moglie, al figlio malato, all’amante e alla tata, rallegrato dalle visite serali dei Murphys e dei Fitzgerald. All’ora dell’aperitivo arrivavano con le loro auto, si sistemavano sull’orlo del giardino e bevevano qualcosa insieme, mentre Hemingway e compagnia facevano lo stesso dalla veranda. La serata si concludeva infilzando sulle picche della recinzione le bottiglie consumate a testa in giù: alla fine della quarantena il recinto ne era tutto turrito.

Dopo qualche settimana Bumby guarì e si trasferirono tutti in un hotel. Il bambino e la tata vennero confinati in una casetta dove lui terminava la convalescenza mentre Hemingway, moglie e amante continuavano a vivere insieme: Blume scrive che «Pfeiffer si infilava nel loro letto per fare colazione insieme. Tempo dopo Hadley ricordò che aveva insistito per farle una lezione di immersione in acqua che l’aveva quasi uccisa».

Tornati a Parigi, Hemingway e Richardson si separarono e in autunno lei gli chiese il divorzio. A ottobre uscì negli Stati Uniti The Sun Also Rises (l’anno dopo fu pubblicato in Regno Unito con il titolo Fiesta, mantenuto anche in italiano insieme al meno comune Il sole sorgerà ancora) con la dedica al figlio e alla moglie. Hemingway offrì a Richardson i diritti d’autore del libro. Divorziarono nel gennaio del 1927 e a maggio Hemingway sposò Pfeiffer; nel 1937 iniziò una storia con la giornalista Martha Gellhorn, che sposò nel dicembre del 1940, un mese dopo aver divorziato anche da Pfeiffer.

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